LONDRA - Dopo mesi di estenuanti negoziati l’Unione europea e la Gran Bretagna hanno trovato finalmente un compromesso sulla Brexit. L’intesa – giunta proprio in extremis visto che il tempo scadeva il 31 dicembre – entrerà in vigore dal 1 gennaio 2021, e sarà sottoposta alla ratifica sia da parte del Parlamento europeo che di quello di Londra.
Le duemila pagine dell’accordo evitano il “no deal”, l‘uscita traumatica del Regno Unito dall'Europa, che avrebbe portato a un’immediata applicazione delle tariffe del Wto sui commerci che avrebbero gravato su ogni transazione per il 10%.
Auto a rischio
Il settore automobilistico in particolare ha spinto molto in questi lunghi mesi di trattativa – che è durata in maniera pressoché ininterrotta per quasi 4 anni e mezzo dal momento del voto inglese nel giugno 2016 – per un accordo.
La Smmt – Society of Motor Manufacturers che raccoglie i costruttori in Gran Bretagna – ha parlato di un “prezzo da pagare” per l’industria britannica che avrebbe potuto raggiungere i 55 miliardi di sterline in caso di no deal. Una cifra enorme, soprattutto in un periodo storico nel quale il mercato delle quattro ruote è in forte contrazione e la pandemia da Covid- 19 ha creato ancora maggiori difficoltà. I costruttori, poi, hanno spesso sottolineato come l'industria del Paese abbia dovuto spendere una cifra molto alta - quasi un miliardo di sterline - solo per prepararsi all'ipotesi di un no deal.
Nissan - che a Sunderland, nel nord del Paese, ha un impianto che impiega diverse migliaia di lavoratori - aveva più volte messo in guardia che un'uscita dall'Europa senza accordo avrebbe reso la sua fabbrica "non più in grado di produrre guadagni".
Le reazioni
La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha commentato l'accordo siglato con Londra definendolo “equilibrato e in grado di proteggere gli interessi di tutti i cittadini” e ha sottolineato che il Regno Unito resterà un partner per l’Europa”. Di “giornata di sollievo ma anche di tristezza” ha parlato invece il capo negoziatore per l’Europa Michael Barnier che ha comunque ricordato come “ci saranno, a partire dal 1 gennaio, grandi cambiamenti per molti cittadini”.
Visibilmente soddisfatto Boris Johnson che ha scritto, in una nota di Downing Street, di “un accordo senza precedenti" e di "promesse mantenute, nonostante condizioni estremamente difficili”. In una conferenza stampa successiva, il primo ministro inglese ha ammesso che "gli esportatori dovranno sottoporsi a nuove regole ma questa deve essere considerata una opportunità perché le nostre esportazioni potranno crescere".