Tra il 2017 e il 2018, “durante i giorni più bui della produzione della Model 3" che stentava a decollare Elon Musk si sarebbe messo in contatto con Tim Cook, a capo di Apple, offrendosi di incontrarlo per vendergli Tesla. Lo ha rivelato lo stesso manager di origine sudafricana in tweet, raccontando di aver offerto alla Mela di acquisire il costruttore di auto elettriche per “un decimo del suo valore attuale”.
Cook si sarebbe “rifiutato di partecipare all’incontro”, scrive ancora Musk che nelle risposte ai commenti dei suoi follower su Twitter cita ancora una volta “l’inferno produttivo” di quel periodo che ha rischiato di far fallire la Casa di Fremont, quando la produzione della prima Tesla a un prezzo (almeno teoricamente) più accessibile al grande pubblico non riusciva a decollare e la Gigafactory di Reno stava incontrando problemi con i sistemi di produzione delle batterie.
Tutto alle spalle
Da allora le cose sono molto cambiate. Tesla ha superato i problemi organizzativi e ripreso ad espandersi con la prima fabbrica in Cina e ora quelle in rampa di lancio in Europa e Texas e registrato profitti crescenti nei trimestri successivi, tanto da diventare il costruttore auto di maggior valore in Borsa. E da essere ammessa a far parte dell’esclusivo indice S&P 500 dove comunque, nel primo giorno di trattative, il suo titolo è sceso di circa il 6.5%.
Riparte la Apple Car
Proprio negli ultimi giorni Apple è tornata alla ribalta per una possibile ripresa del “Project Titan”, lo studio per creare la prima quattro ruote della Mela che va avanti da 2014.
Al centro della strategia dell'azienda ci sarebbe un nuovo design “monocellula” della batteria - chiamato Lfp, litio ferro fosfato - che potrebbe ridurne "radicalmente" il costo e aumentare l'autonomia del veicolo.
Una eventualità tecnica alla quale – sempre nei suoi tweet – Musk ha detto apertamente di non credere. “Una struttura a monocellula è elettrochimicamente impossibile in quanto la tensione massima è 100 volte troppo bassa. A meno che non intendano legare insieme più cellule come nel nostro pacco”.