Il nuovo governo degli Stati Uniti, prende forma. Il presidente elettro Joe Biden, infatti, ha scelto Pete Buttigieg – 38 anni di South Bend, Indiana – come ministro dei Trasporti. La nomina deve essere ratificata dal Senato.
“Ho deciso di nominarlo – ha detto il neo inquilino della Casa Bianca che giurerà il 20 gennaio 2021 - perché questa posizione è al centro di tante sfide e opportunità interconnesse che ci attendono: posti di lavoro, infrastrutture, equità e clima. Sono alcuni dei nostri piani più ambiziosi per tornare grandi". Biden ha definito il nuovo ministro “un patriota, uno che risolve problemi e il meglio di quello che siamo come nazione”.
I temi principali
Il neo segretario ai Trasporti dovrà immediatamente affrontare alcuni dei problemi più spinosi per la amministrazione di Washington. Intanto c’è da risolvere il contenzioso sulle emissioni. La politica del presidente uscente Donald Trump di favorire la tradizionale industria dei carburanti fossili riducendo le restrizioni sui consumi per miglio per le autovetture voluta da Obama ha creato una frattura tra molti degli Stati, in particolare la California, e il governo federale. Al nuovo rappresentante del governo spetta il compito di risanare la situazione, tenendo a mente da un lato le esigenze occupazionali del settore trasporti, dall’altro l’impegno per una progressiva decarbonizzazione e il "green deal" promessi da Biden.
Altro punto su cui si è imperniata la campagna di Biden è quello dei piani per le infrastrutture del paese, come ponti e autostrade che hanno bisogno di una importante programma di ristrutturazione. A Buttigieg verrà chiesto di realizzare un disegno di legge di finanziamento che possa superare l’ostacolo della opposizione al Congresso di Washington. Soprattutto se il partito repubblicano e il suo leader in aula Mitch McConnell dovessero mantenere la maggioranza alla Camera. In questo senso le elezioni suppletive per due rappresentanti in Georgia previste per il 5 gennaio sono un momento decisivo per il futuro.
Il terzo passaggio chiave sarà quello sulla diffusione delle elettriche, argomento su cui Biden ha sempre preso una posizione molto netta. L’obiettivo prefissato è quello di avere – nel 2030 – almeno 25 milioni di veicoli a batteria in circolazione negli Usa. Per arrivarci serve un gigantesco piano di diffusione delle infrastrutture pubbliche di ricarica, più di mezzo milione da installare nel prossimo decennio, una cifra che significherebbe moltiplicare per 5 l’attuale disponibilità. Anche qui Buttigieg dovrà fare i conti con il congresso per ottenere i circa 5 miliardi di dollari che si stima serviranno per mettere in pratica il progetto.
Lavoro impegnativo
Buttigieg, ex sindaco della sua città natale South Bend, è figlio di un ex professore di letteratura della Notre Dame University - noto negli Usa per aver tradotto tra l’altro i “Quaderni dal carcere” di Antonio Gramsci ed essere stato fondatore e presidente della International Gramsci Society - vanta una laurea ad Harvard, è un ex veterano di guerra della Marina con esperienze in Afghanistan e sarà tra i più giovani collaboratori di Biden.
Appena saputo della nomina, in un messaggio su Twitter, si è detto "onorato" della scelta del neo-presidente. “Questo – ha scritto - è un momento di opportunità straordinarie per creare posti di lavoro, affrontare la sfida climatica e migliorare l'equità per tutti”. Alle sue dipendenze al ministero avrà un esercito di 55mila persone – più della popolazione di South Bend – e gestirà un budget che si aggira sui 90 miliardi di dollari all’anno.
Altre nomine
Oltre al ministro dei Trasporti, il neo presidente Biden sta completando la sua squadra di governo con altre nomine. Jennifer Granholm – ex governatore del Michigan e da sempre paladina della transizione verso la mobilità elettrica senza la quale, ha dichiarato, gli Usa rischiano di restare indietro rispetto ad altri Paesi - dovrebbe diventare il nuovo Segretario all’energia. Al suo fianco potrebbe lavorare Arun Majumdar, scienziato e ingegnere dei materiali che ha guidato una nuova agenzia di ricerca all'interno del Dipartimento dell'Energia durante l'amministrazione Obama.
Gina McCarthy, che sotto la precedente amministrazione democratica gestiva l'Agenzia per la protezione dell'ambiente (Epa), dovrebbe assumere il ruolo di coordinatrice dell’agenda climatica interna del Paese. La McCarthy è presidente del Natural Resources Defense Council, che ha citato in giudizio l'amministrazione Trump più di 100 volte, ribaltando con successo i suoi tentativi di ritardare le regole di efficienza energetica e la protezione per diverse specie animali minacciate. Ali Zaidi, 33 anni, attualmente vicesegretario per l'energia e l'ambiente di New York, sarà il suo numero due.
Tra i collaboratori più importanti del presidente in tema di ambiente resta da riempire la casella del responsabile dell'Epa. La candidatura di Mary Nichols - oggi a capo del California Air Resource Board, l'ente statale che ha il compito di monitorare le politiche ambientali nello stato sul Pacifico - sembra essere tramontata. Al suo posto la rosa dei papabili comprende Richard Revesz, professore di diritto ed ex preside della New York University School of Law, Michael S. Regan - attualmente a capo del Dipartimento di Qualità Ambientale della Carolina del Nord - e il sindaco di Los Angeles Eric Garcetti. La scelta definitiva potrebbe arrivare dopo Natale.