Tra 15 anni, nel 2035, il Giappone potrebbe unirsi al gruppo di Paesi che vieterà la vendita di vetture con alimentazione tradizionale, favorendo la diffusione di elettriche e a idrogeno. Lo riporta – senza citare le fonti - il quotidiano Mainichi Shimbun che anticipa un possibile annuncio da parte del governo di Tokyo che potrebbe arrivare nelle prossime settimane.
Secondo il giornale – edito dal 1922 e pubblicato anche in inglese – un “panel di esperti del ministero dell’Economia, commercio e industria potrebbe includere questo obiettivo nel suo rapporto annuale che verrà reso pubblico prima della fine del 2020”.
Questa scelta sarebbe un deciso salto in avanti rispetto agli attuali obiettivi che sono quelli di incrementare la commercializzazione di vetture a basse o zero emissioni – che nel 2019 è stata del 40% sul totale del venduto - fino al 50-70% nel 2030.
La decisione, più a lungo termine, favorirebbe il raggiungimento della neutralità rispetto al carbonio fissata in Giappone al 2050, come promesso dal primo ministro Yoshihide Suga lo scorso ottobre. Una sfida particolarmente ardua se si pensa che il paese asiatico è ancora oggi molto dipendente dai combustibili fossili.
La decisione nel mondo
Se effettivamente Suga farà questo annuncio, il Giappone si allineerà con la California – che ha a sua volta promesso di bandire la vendita di auto nuove con motori tradizionali dal 2035 – e alla Cina che si è posta lo stesso obiettivo, mentre nel Regno Unito il governo ha scelto di far partire il blocco dal 2030, come la Germania. La Francia lo attuerà invece dal 2040.