Lancia Belna, un nome che probabilmente non dice molto agli appassionati del marchio torinese. La Belna è stata infatti la versione francese (e ben meno famosa) della Lancia Augusta. Oggi i collezionisti continuano a preferirle la più pregiata sorella italiana, di conseguenza la Belna (nonostante sia più rara dell’Augusta) ha quotazioni ancora accessibili, come dimostra questo esemplare del 1934 – valutato tra i 10 e i 15mila euro – che viene venduto all’asta dalla casa Artcurial.
Nata per rispondere ai dazi doganali
La Belna è figlia delle misure protezionistiche adottate dopo la crisi del ’29. Tra i tanti paesi del continente che adottarono norme limitative dei commerci vi fu la Francia, che impose durissimi dazi sulle importazioni di vetture straniere.
Lancia, per cui il mercato transalpino era di fondamentale importanza, decise quindi di fondare una società di diritto francese, la Lancia Automobiles, che avrebbe prodotto i propri modelli negli stabilimenti di Bonneuil-sur-Marne, vicino Parigi, dove trovarono lavoro 500 addetti, in parte formati a Torino.
Sorelle diverse
La Belna fu la prima vettura a uscire dagli impianti francesi e venne presentata, in forma di prototipo, al Salone di Parigi nell’ottobre 1932, addirittura sei mesi prima della sorella Augusta, svelata al Salone di Milano dell’aprile 1933.
Le due auto condividevano la stessa meccanica (un 4 cilindri a V stretto da 1,2 litri), e soluzioni tecniche piuttosto avanzate per l'epoca, come l’innovativa scocca autoportante - un sistema che aveva debuttato sulla precedente Lancia Lambda - e le sospensioni anteriori indipendenti.
Tuttavia, circa l’85% della componentistica della Belna, sia berlina che cabrio, derivava da fornitori locali, o di paesi con cui la Francia aveva rapporti commerciali migliori rispetto all’Italia. A parte alcuni dettagli, come la forma dei paraurti, l’aspetto delle due vetture era grossomodo lo stesso.
Era in grado di "veleggiare"
Tra le particolarità delle Lancia Belna e Augusta vi era anche la presenza di un dispositivo nei mozzi delle ruote motrici, il cui funzionamento era del tutto simile alla ruota libera delle biciclette: togliendo il piede dall'acceleratore, il motore scendeva di giri al minimo e la vettura iniziava a procedere per inerzia, come se avesse il cambio in folle.
Di conseguenza, l’auto era in grado di “veleggiare”, risparmiando carburante e riducendo rumore e vibrazioni, un concetto che è molto diffuso sulle vetture attuali. Tra l’altro, la ruota libera era disinseribile, in modo da sfruttare il freno motore in caso di discese ripide.
Un buco nell'acqua
Essendo nate in un periodo di crisi economica, le Augusta/Belna erano meno potenti, più piccole e più economiche rispetto alla Lambda, pur rivolgendosi come da tradizione Lancia a un pubblico di estrazione medio-alta.
Mentre la Augusta ottenne buoni risultati, per quanto venne messa in ombra dallo straordinario successo della precedente Lambda e della successiva Aprilia, la Belna fu un buco nell’acqua commerciale e finanziario: ne furono venduti pochi esemplari e, nonostante lo spostamento della produzione in Francia, la vettura continuava a costare più delle aspettative.
Quotazioni ancora accessibili
L’esemplare che parteciperà all’asta “Automobiles sur les Champs”, in programma il 3 dicembre a Parigi sugli Champs Elysées (norme covid permettendo), è stato per 50 anni di proprietà di un distributore ufficiale Lancia, prima di essere venduto nel 1988 ad un altro concessionario francese della Casa.
Nel 2000 l’auto è stata completamente restaurata in Italia sia a livello di meccanica che di estetica, e da allora è rimasta prevalentemente ferma. Secondo la casa d’aste, il valore stimato dell’auto è tra i 10 e i 15mila euro, un affare per una vettura dell’anteguerra.