Ultimo aggiornamento  24 marzo 2023 00:50

Maradona: addio al campione in 128.

Redazione ·

“Muriò Diego Armando Maradona”. Così il principale giornale di Buenos Aires, “El Clarìn” annuncia al mondo che “el pibe de oro”, “la mano de Dios”, il calciatore che ha fatto impazzire generazioni di fan in tutto il pianeta, che ha incarnato lo spirito di rivalsa del sud del pianeta, dal barrio della Boca a Barcellona a Napoli, ci ha lasciati a 60 anni. Arresto cardiocircolatorio la causa del decesso avvenuto a Tigre, vicino Buenos Aires, a casa sua.

Ricco, sregolato, unico: Diego Armando Maradona è stato tutto quello che un personaggio può rappresentare, nel bene e nel male. Ha cominciato da zero nella squadra di Buenos Aires dedicata ai martiri anarchici di Chicago, l’Argentinos Juniors, ha toccato il cielo in Catalogna, è diventato lui stesso l’anima e la faccia di Napoli, ha portato l’Argentina sul tetto del mondo. Poi è caduto e rinato. Senza dimenticare mai le sue origini, le più povere possibili.

Inizi umili

La sua vita era cominciata a Lanus, nel sud della capitale argentina e proprio a pochi chilometri da lì, a Salto, qualche tempo fa è saltato fuori un cimelio che oggi più che mai è una reliquia. La prima auto comprata da Maradona, con i soldi del contratto firmato nel 1981 col Boca Juniors: una Fiat 128 bianca usata pochissimo, perché dopo qualche mese – nel 1982 – il numero 10 volò in Spagna per iniziare la sua avventura a Barcellona, con in tasca una montagna di pesetas e in garage ben altre fuoriserie. 

Un collezionista argentino l’aveva rintracciata poco tempo fa, abbandonata in un pollaio. Dopo averla comprata e restaurata aveva espresso il desiderio di restituirla al suo primo proprietario. “Appena il coronavirus ce lo permetterà”, aveva dichiarato nei mesi scorsi alla stampa argentina. Ma il destino ha deciso diversamente.

La Testarossa nera

La gloria di Diego è stata scandita anche dalle sue automobili, un simbolo del successo del campione che per molti resterà il più grande di sempre. E con lui niente era banale.

Quando giocava a Napoli – era il 1986 – e l’Argentina vinse il mondiale in Messico Diego ricevette dall’allora presidente della società partenopea in regalo una Ferrari Testarossa. All’epoca le personalizzazioni erano difficili da ottenere – figuriamoci a Maranello – ma Diego aveva una richiesta precisa: la voleva nera. Di quel colore la possedevano all'epoca Sylvester Stallone e Michael Jackson. Ferlaino ricordò poi di aver speso quasi il doppio della cifra prevista per fare contento il “suo” campione. E, raccontano le leggende, che Diego usasse la Testarossa solo di notte per sfrecciare per le strade addormentate della città. L'unico momento in cui poteva girare per Napoli evitando l'abbraccio del popolo che stravedeva per lui. 

L’auto è stata poi venduta all’asta nel 2014 e aveva percorso solo 20mila chilometri, nonostante il calciatore l’avesse tenuta con se fino alla fine della sua avventura in Italia (due scudetti, 259 partite, 115 goal) nel 1991. Hasta luego, Diego.

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