A partire dal 2021, Mercedes e Aston Martin divideranno la fornitura di safety car in occasione delle gare di Formula 1. L'accordo previsto per il prossimo campionato metterà fine al monopolio della Casa tedesca iniziato nel 1996 con lo schieramento di una Mercedes C36 AMG, anche se nel frattempo è successo che i tedeschi hanno acquistato il 20% del celebre marchio inglese.
Dalla prossima stagione, le sportive di Gaydon - una Vantage come safety Car e una Dbx utilizzata come auto medica – copriranno 12 gare su 23 (oltre il 50 per cento delle presenze totali), mentre alle attuali Mercedes AMG-GT spetteranno le restanti 11 gare. Inoltre, al marchio inglese sarà data la possibilità di scegliere con anticipo a quali manifestazioni partecipare.
La richiesta di Ecclestone
Ma come e quando nasce la safety car? Bisogna tornare al secolo scorso, quando negli Stati Uniti, in occasione della “Indianapolis 500” del 1911, viene introdotta la Pace Car con lo scopo di guidare le vetture in gara durante il giro di inizio e poi tornare in pista prima della proclamazione del vincitore. Così, più tardi, con il moltiplicarsi degli incidenti, la Formula 1 decide di sposare questa soluzione, vedendo nell'iniziativa anche un'opportunità per fare marketing.
Negli anni settanta, la Pace Car cambia nome e diventa Safety Car, ma la funzione resta la stessa: entra in pista con lo scopo di mettere in sicurezza i piloti quando le condizioni meteo sono avverse e il tracciato diventa impraticabile, o in caso di gravi incidenti. Ed è ciò che accade al Gp di Canada del 1973: la pioggia batte forte sull'asfalto di Mosport Park e Bernie Ecclestone, in quegli anni manager alla Brabham, spinge per l'ingresso in pista della prima safety car della storia del Circus, una Volkswagen-Porsche 914/6.
I modelli che hanno fatto la storia
La safety car, che in un primo momento ospitava il pilota e il medico di gara, doveva stare al passo con le auto in corsa e per questo sono state utilizzate esclusivamente vetture ad alte prestazioni o con un passato nel motorsport. Dal 1980 al 1983, in occasione del prestigioso Gp di Monaco, Lamborghini decide di mettere a disposizione la Countach con il suo dodici cilindri.
Alla sportiva emiliana succedono auto di gran lunga meno appariscenti come la Ford Escort RS Cosworth che, nel 1993, dai circuiti di rally approda su quelli di F1, seguita lo stesso anno in occasione del Gp del Brasile da una Fiat Tempra 2.0 che trasporterà fino al podio il vincente Ayrton Senna. Nel 1994, anno della scomparsa del pilota brasiliano per un tragico incidente a Imola, si noterà lì una Opel Vectra.
Il 1995 è la volta di tre grandi safety car. Al Gran Premio del Belgio, una Porsche 911 GT2 scende sul tracciato di Spa Francorchamps dove avrà luogo il duello tra Michael Schumacher e Damon Hill, vinto dal tedesco al volante della sua monoposto targata Benetton-Renault. Al Gp del Canada dello stesso anno, alla guida della carovana di monoposto, è impossibile non distinguere una Lamborghini Diablo verniciata di un rosso fiammeggiante. In Ungheria la Tatra 623, safety car scelta per l'occasione, investe per sbaglio l'ex pilota Taki Inoue, intento a spegnere un incendio sulla Footwork Arrows. Il giapponese riporterà fortunatamente solo lievi ferite. Nel 1996, prima dell'avvento delle sportive Mercedes, l'ultima safety car non tedesca è una Renault Clio Williams utilizzata in occasione del Gran Premio di Argentina.
Il dominio Mercedes-Benz
All'accordo del 1996 tra Mercedes e Fia (Fédération Internationale de l'Automobile) quale fornitore ufficiale per la Formula 1 di Safety Car e Medical Car a partire dal 1997, seguiranno in pista la CLK 55 AMG (1997-1999), la SL 63 AMG (2008-2009) e la SLK 55 Amg (2004-2005). La più celebre resta comunque la SLS AMG utilizzata dal 2010 al 2014, per le sue portiere ad ali di gabbiano incernierate sul tetto proprio come nella vecchia 300 SL.
L'ultima della serie Mercedes, nonché attuale safety car, è una AMG-GT, la più potente della storia della F1, allestita con un V8 biturbo da 4 litri che eroga 510 cavalli di potenza e 650 newtonmetri di coppia. Pronta per un nuovo futuro.