“Viaggiare è vivere”. In una chiacchierata pubblicata nel numero di febbraio 2020 de l’Automobile, Carlo Verdone – attore e regista romano che il 17 novembre compie 70 anni - ci aveva raccontato così il suo rapporto con l’auto. La sua passione per le quattro ruote è rimasta in primo piano anche nei suoi film, spesso protagonista tanto quanto i suoi iconici personaggi.
Fiat 127, primo amore
La carriera di Carlo Verdone parte da un teatro, l’Alberichino nel quartiere Prati della Capitale. A metà anni ’70, il giovane caratterista inizia a farsi conosce sui palcoscenici e ad avere una certa notorietà. Con i primi soldi in tasca, il giovane Verdone non ci pensa su due volte: si compra una Fiat 127. La sceglie bianca, perché costa meno. “È stato il momento più bello della mia vita”, ci confida Verdone. Da lì scalata verso il successo: l’esordio in tv nel programma “Non stop” e poi quello al cinema con “Un sacco bello” nel 1980.
Cinico, pignolo, ironico, sfrontato, esuberante, insicuro, introspettivo, divertente, sognatore. Una peculiarità per ogni maschera, alla quale affianca un’auto sapientemente scelta per ogni personaggio. Come la Fiat Dino 2400 nera con inserti rossi del coatto Enzo di “Un sacco bello”, con cui avrebbe dovuto affrontare un viaggio epico nel giorno di Ferragosto insieme al suo amico Sergio, da Roma a Cracovia, finito anzitempo per colpa di una colite.
Più sobrie le tre auto simbolo di “Bianco, rosso e verdone” (1981), seconda pellicola dell’attore romano: l’infinita Fiat 1100 verde del ragazzotto Mimmo e nonna interpretata da Elena Fabrizi, meglio conosciuta come Sora Lella; la familiare Fiat 131 Panorama bianca con cui la singolare coppia Furio ("fedele socio ACI") e Magda parte in viaggio con i due figli; e, infine, la mitica Alfa Romeo Alfasud rossa dell’emigrante Pasquale Ametrano, protagonista di interminabili silenzi, disavventure e di un incredibile sfogo finale.
L’anno successivo è il turno di “Borotalco”, un film che racconta le vicende dell’impacciato Sergio Benvenuti, pressato insistentemente dal suocero Augusto (il grande Mario Brega) affinché si decida a chiedere la mano della figlia Rossella. La pellicola inizia proprio con Sergio che viene accompagnato dalla fidanzata a fare un colloquio di lavoro presso l’agenzia “I colossi della musica”. Il mezzo di trasporto che viene usato è una Fiat 850 bianca, una vettura prodotta tra il 1964 e il 1971.
Non solo italiane
Tra le vetture straniere scelte sul set da Verdone non si può non citare la fiammante Bmw M3 Cabrio dell’appariscente coppia Ivano e Jessica di “Viaggio di Nozze” (1995) o la trasgressiva Corvette C4 gialla di “Gallo Cedrone” (1998). In quest’ultimo titolo, Carlo Verdone, alias Armando Feroci, è anche un concorrente di un quiz televisivo che deve indovinare i "rumori" di alcune auto, come ad esempio un rombo di un motore o la chiusura di uno sportello. Ma l’avventura termina sul più bello quando Feroci non riesce a riconoscere una “normalissima” Fiat Uno, tra lo stupore di tutti.
Ogni film di Verdone è un viaggio e come ha raccontato a l'Automobile, “viaggiare è fondamentale: nutre l’anima e arricchisce cultura e sensibilità". E allora premiamo play sul telecomando e iniziamo a viaggiare con lui, tra i suoi i film, a bordo delle sue auto. Buon Compleanno.