All'età di 94 anni, Bruce Meyers, il padre del primo dune buggy prodotto in serie della storia, ha venduto la sua azienda omonima Meyers Manx alla texana Trousdale Ventures. L'imprenditore californiano continuerà a operare come ambasciatore del marchio, a cui farà capo il nuovo ceo Freeman Thomas, designer automobilistico con un passato in Porsche, Volkswagen, Daimler Chrysler e Ford, conosciuto per aver dato forma alla Volkswagen Concept 1(1994) e Audi TT (1998).
La prima di una lunga serie
Tutto è nato da un'intuizione. Nel 1964, l'ex ingegnere, artista e costruttore di barche Bruce Meyers decide di costruire un mezzo che incarnasse lo stile di vita “surfin” della California anni '60 e '70, come quella intonata dal gruppo musicale Beach Boys. Si mette all'opera e quel che prende vita è una vettura con carrozzeria in fibra di vetro montata sul telaio di un Maggiolino Volkswagen, ma più corta di circa 36 centimetri. Con queste nuove dimensioni, e peso, può cvantare una rapida accelerazione e ottime prestazioni in fuoristrada, incluse sulle soleggiate spiagge della West coast.
Nasce così il Meyers Manx, il primo modello di Dune Buggy (o Beach Buggy) prodotto in serie della storia: fino al '71, le unità uscite dalla fabbrica sono in totale 6 mila, ma considerate le copie non autorizzate, si arriva a parlare di circa 250 mila esemplari.
Il successo sul grande schermo
L'insolita vettura riscuote successo anche sul grande schermo. Elvis Presley la guida in “'Live a Little, Love a Little” del 1968, anno in cui Steve McQueen, al fianco di Faye Dunaway, compare a bordo di un Meyers Manx nel film "The Thomas Crown Affair", immortalato in una corsa spericolata sulle spiagge di Crane Beach a Ipswich, Massachusetts. Un esemplare unico nel suo genere: "Ho dato un contributo alla sua progettazione, per questo ne sono un po’ orgoglioso - dichiarava l'attore in un documentario sul film - il modello è montato su un telaio Volkswagen con grandi ruote larghe e motore 6 cilindri Corvair. È molto leggero a causa della carrozzeria in fibra di vetro. Eroga circa 230 cavalli e pesa poco meno di 500 chilogrammi".
In Italia è diventato celebre il dune buggy rosso con capote gialla costruito da Puma (replica dell'americana Deserter) guidato da Terence Hill e Bud Spencer in “Altrimenti ci arrabbiamo” del 1974. Le sensazioni suscitate da una vettura come quella, in grado di toccare i 130 chilometri orari di velocità massima, vengono riportate nella canzone degli Oliver Onions, nonché colonna sonora della pellicola: "Mi sento come un re nella mia Buggy / Manca solo la corona, ma va bene lo stesso / Venite gente, venite sulla mia Buggy / Venite e sentite la potenza di una notte stellata''.