La Lancia K, ammiraglia italiana prodotta dal 1994 al 2001, nasce con un’idea precisa: dare un’erede a un modello di grande successo come la Thema, offrendo un adeguato contenuto tecnologico per provare a competere con le tedesche come Audi A6, Mercedes-Benz Classe E e Bmw Serie 5. Costruita a Torino nello stabilimento Fiat Rivalta, di fatto una branca di Mirafiori e oggi sede di Mopar, la K ha avuto un lungo periodo di gestazione.
I progettisti decisero di declinare la vettura in svariate architetture realizzate ciascuna da un diverso carrozziere italiano, piano che diede dei risultati discreti con circa 120mila unità vendute durante la sua permanenza in listino. Il primo modello a esordire fu la berlina, poi arrivarono anche le versioni station wagon, coupé e un concept disegnata da Bertone.
La diversificazione
Disegnata dal centro stile Lancia - al tempo il responsabile era Enrico Fumia, papà, tra le altre, della Y elefantino – in collaborazione con I.De.A Institute, la berlina era definita da tre volumi netti e forme filanti e stondate, caratteristiche che le hanno permesso un’aerodinamica nettamente migliore rispetto a quella della Thema. Per gli interni i progettisti scelsero materiali di alta qualità, dall’Alcantara alla pelle Frau alla radica, per creare un’atmosfera elegante e “tipicamente italiana”.
Per realizzare le altre tipologie di architettura e una concept car, Lancia decise di rivolgersi a tre carrozzieri italiani. Pininfarina si occupò di disegnare e produrre presso i propri stabilimenti di Grugliasco (Torino) la station wagon, caratterizzata da modanature laterali del tetto in metallo satinato o scure, un richiamo esplicito alla Lancia Thema familiare. La K wagon aveva un ottimo equipaggiamento di serie. Un esempio? Montava le sospensioni Nivomat che le garantivano di essere sempre alla giusta altezza da terra indipendentemente dal carico.
Le altre
Presentata al Salone di Torino del 1996 ed entrata in listo nel 1997, la Lancia K Coupé è stata disegnata da Maggiora e prodotta negli stabilimenti di Chivasso del carrozziere torinese. Lo stile della vettura fu oggetto di discussione: se il frontale era identico alle versioni berlina e familiare, il posteriore presentava un montante C fortemente inclinato con fanaleria a sviluppo orizzontale e due piccole code a punta. Questa versione non ebbe il successo sperato e uscì di produzione a soli due anni dal debutto.
La K non fu esclusivamente una vettura di produzione. Al Salone di Ginevra del 1995 Bertone presentò la Kayak, una Lancia sportiva e dinamica costruita sulla base proprio della K. La vettura voleva discostarsi stilisticamente dalla produzione di serie reinterpretando le classiche coupé a marchio Lancia del dopoguerra, come l’Aurelia B20. Vedendola al Salone di Ginevra pare che lo stesso Gianni Agnelli ne rimase colpito, dando così il via libera alla realizzazione di un prototipo marciante nel 1996.
La Lancia K venne venduta con diverse motorizzazioni a quattro, cinque e sei cilindri. Tra le versioni a benzina troviamo il 2.0 da 145, 155 o 220 cavalli, il 2.4 da 175 cavalli, e il 3.0 V6 da 204 cavalli. Il diesel era il 2.4 Jtd 5 cilindri da 124 o 136 cavalli.