Ultimo aggiornamento  30 maggio 2023 19:44

Auto: cosa cambia con Biden.

Paolo Borgognone ·

Alla fine è arrivata la conferma: Joe Biden è il 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America. La notizia ha un valore fondamentale per molti aspetti della vita economica, non solo negli Usa. Il settore automobilistico, per esempio, ha seguito l’evoluzione della campagna elettorale e del voto con particolare attenzione. Vediamo allora quali possono essere le novità più importanti cui assisteremo nel prossimo futuro, anche attraverso il parere di alcuni esperti.

Per tutta la durata della campagna presidenziale, Biden ha sottolineato l’importanza dell’automotive come elemento chiave dell’economia a stelle e strisce. Il candidato democratico ha parlato della creazione di 1 milione  di posti di lavoro, attraverso un sostegno pubblico allo sviluppo della mobilità elettrica e delle infrastrutture, citando il mezzo milione di colonnine di rifornimento da installare in tutto il Paese e garantendo scambi commerciali proficui ed equi con i partner internazionali, Cina in primis. L’ex vice presidente nella amministrazione Obama ha anche parlato della difesa dei diritti dei lavoratori, a cui vanno garantiti standard di impiego e di paga dignitosi. 

Tecnologia avanzata

Capitolo chiave della nuova amministrazione sarà quello della apertura verso le nuove tecnologie, applicate a produzioni innovative e slegate dalla tradizione. “Biden – ha detto per esempio Mark Rom, professore alla Georgetown University, specializzato nello studio delle attività governative -  non solo vuole che si creino nuovi impieghi ma non intende far costruire ai lavoratori le solite vecchie auto che tanto piacevano a Trump, come le Chevrolet Camaro. A meno che queste non vado a batteria”.

Un altro esperto, Jason Jolley, professore di sviluppo economico presso l'Università dell'Ohio, ha detto che l'industria automobilistica è pronta per la rivoluzione nella mobilità e si sta già muovendo verso novità come il ride sharing, i veicoli autonomi e le infrastrutture intelligenti: la piattaforma del programma di Biden accompagna meglio questo processo, soprattutto perché può creare un ambiente di collaborazione tra le amministrazioni e le aziende tecnologiche”.

In difesa dei lavoratori

Sul piano della difesa della produttività all’interno delle fabbriche americane, Eric Gordon, professore di Business alla Michigan University ritiene che, “entrambi i candidati avrebbero difeso i diritti dei lavoratori. I democratici sono sempre stati tradizionalmente a favore della globalizzazione e del libero mercato, anche se questo ha colpito a volte gli interessi interni americani. Non credo però che ora permetterebbero a nessuno di penalizzare il lavoro negli Usa a favore del Messico o di qualsiasi altra parte del mondo”.

Made in Usa

Le case automobilistiche statunitensi stanno spendendo miliardi di dollari per portare avanti le loro strategie aziendali sui veicoli elettrici e autonomi e le politiche legate all'elettrificazione potrebbero aiutarle.

In campagna elettorale Biden ha ripetuto l’intenzione di utilizzare fondi, ricerca e sviluppo, politiche fiscali, commerciali e di investimento per "posizionare l'America come leader globale" nella produzione di veicoli elettrici.

“Sapere che il governo è così impegnato su questa strada - ha detto ancora Mark Rom - aumenterebbe la fiducia delle case automobilistiche nei loro sforzi sull’innovazione, soprattutto quando si tratta di infrastrutture di ricarica che le case non vogliono costruire in proprio. Ma se lo fa il governo il discorso cambia”. “L'industria automobilistica – secondo Eric Gordon - deve investire nella tecnologia delle batterie per diventare veramente un leader globale nell'elettrificazione. Gli Stati Uniti non vogliono che la Cina abbia le migliori tecnologie per gli accumulatori”.

Anche Tom Devall, direttore delle iniziative di produzione presso l'Università di Auburn, ritiene che il governo federale abbia bisogno di un piano condiviso per l'industria automobilistica. "Se la nostra industria automobilistica rallenta per scarsa attenzione o mancanza di sostegno da parte del governo federale intorno a una strategia nazionale, rischiamo di perdere l’opportunità di sviluppare e produrre la prossima generazione di tecnologia negli Stati Uniti".

Parola d’ordine: stabilità

Secondo gli esperti, le politiche promesse dall’ex vice presidente Biden porteranno più stabilità. Secondo Gordon, “quello che le industrie vogliono sono regolamenti certi per quanto riguarda argomenti come sicurezza, emissioni, risparmio di carburante. Così, quando decidono di investire, potranno contare che le regole non cambieranno più e che non avranno sprecato i loro soldi”.

L’esempio citato da tutti è quello sulle regole a proposito di consumi, con l’amministrazione Trump che ha stravolto i limiti imposti da Obama e allargato le maglie fino a consentire l'utilizzo di 1 gallone di benzina per 54,5miglia contro le 37 imposte dalla amministrazione precedente. Un cambio di rotta - che pure alcune Case hanno sostenuto - che è però costato milioni di dollari di investimenti andati in fumo.

Altro esempio è la guerra sulle emissioni con la California, uno scontro che si è poi esteso anche ad altri stati che si sono schierati a favore della possibilità di stabilire regole proprie e che con Biden a Washington si potrà ora più facilmente appianare.

Sindacati soddisfatti

Nel corso della campagna elettorale anche i sindacati hanno preso posizione. Quello degli United Auto Workers - che rappresenta i lavoratori del settore auto di Detroit e della "Rusty Belt" - ha appoggiato Biden sostenendo che gli Usa "hanno bisogno di un presidente che dimostri una leadership chiara e stabile, meno acrimonia partigiana e più equilibrio ai diritti e alle protezioni degli americani che lavorano". Nel mese di luglio, il sindacato ha detto che i piani di Biden per l'industria automobilistica "rappresenteranno un vantaggio per produzione, posti di lavoro nell'industria automobilistica, nuove tecnologie e un ambiente più pulito".

Recentemente anche il ceo del gruppo Volkswagen Herbert Diess ha parlato del programma di Biden, definendolo “più vicino” ai programmi di elettrificazione del management tedesco.

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