Le aziende della gig economy Uber e Lyft – insieme alle altre società che offrono servizi di ride hailing, cioè corse di taxi con auto private come DoorDash, Instacart e Postmates – hanno vinto la battaglia legale contro la California. La maggioranza degli elettori dello stato, infatti, ha votato a loro favore nel referendum promosso contro la A.B.5, la legge che imponeva ai datori di lavoro di classificare i conducenti come personale dipendente.
Quasi il 58% degli elettori ha sostenuto la proposta (denominata Proposition 22) di cancellazione della norma statale contro il 42% che ha votato per mantenerla. Secondo l'ufficio del Segretario di Stato della California ha espresso un parere il 77% degli aventi diritto.
Milioni in ballo
I conducenti di Uber, Lyft e delle altre società del settore non saranno quindi trattati come dipendenti a tutti gli effetti, ma al pari di appaltatori indipendenti: godranno di una copertura sanitaria minima e di una retribuzione base a seconda delle ore lavorate, ma non saranno pagati nei periodi di attesa tra un cliente e l’altro.
Secondo una stima, Uber e Lyft – i due player principali negli Usa – da sole risparmieranno circa 100 milioni di dollari l’anno sui costi dell’occupazione.
L'importanza di questo voto è ribadita dai contributi finanziari messi in campo per l'iniziativa elettorale. Le compagnie hanno speso nel complesso 200 milioni di dollari per la campagna – circa 10 volte più di quanto raccolto dal campo avverso, quello del "No on 22", finanziato principalmente dai sindacati - rendendo questo il referendum più “caro” nella storia della California.