Anche Honda ha bisogno di Tesla: almeno per evitare le pesanti multe previste - a partire dal 2021 - dalla Unione europea per i costruttori che sforino i limiti di emissioni delle loro flotte di 95 grammi di CO2 per chilometro.
La casa giapponese ha comunicato alla Commissione europea che per soddisfare la richiesta di Bruxelles unirà i propri numeri sui valori di CO2 (tecnicamente l’azione si chiama “pooling”) con quelli della produttrice di auto elettriche. Una scelta fatta già da Fca che, nel 2019, ha stretto con i californiani un accordo simile della durata di tre anni per complessivi 1,8 miliardi di dollari.
Non sono stati resi noti particolari economici dell’accordo con Honda: nell’anno in corso Tesla ha potuto contare, comunque, su un introito di 1,2 miliardi di dollari per aver venduto le proprie "quote".
Aiuto californiano
In ritardo rispetto ad altri costruttori, Honda ha messo sul mercato versioni elettrificate dei suoi modelli CR-V e Jazz: i volumi che iniziano solo ora a decollare – anche a causa delle difficoltà del mercato alle prese con una contrazione nei numeri e la pandemia - avrebbero consigliato i vertici del costruttore giapponese di accordarsi con Tesla.
A sua volta la grande accelerazione nelle vendita della Casa californiana – che ha battuto anche nel terzo trimestre 2020 il proprio record e punta a raggiungere 500mila pezzi entro la fine dell’anno – consente al costruttore di Fremont di “aiutare” con le sue zero emissioni i bilanci sia Fca che Honda.
Le norme europee sui limiti delle CO2 sono attive dal gennaio 2020 ma per il primo anno alle Case è stato permesso di escludere dal computo i modelli meno “virtuosi” in fatto di emissioni. Dal 2021, invece, inizieranno ad arrivare le multe. Questo ha accelerato la immissione sul mercato di modelli ibridi plug in o completamente elettrici, oltre ad aprire la strada ad altri accordi di “pooling” come quello recentemente siglato anche tra Volvo e Ford, anche in questo caso la cifra non è stata resa pubblica.