Auto e arte spesso sono due parole che si incontrano. Non ci riferiamo a vetture dalle forme talmente memorabili da essere considerate sculture, ma letteralmente di opere d’arte a quattro ruote. Bmw ha un forte legame con questa tematica, iniziata nel 1975 con la 3.0 Csl creata da Alexander Calder, pittore e scultore americano, morto a New York un anno dopo aver realizzato l’opera.
Azzurra, rossa, bianca e gialla, la 3.0 Csl di Calder era definita dalle parole dell’artista: “Una scultura in movimento”. La vettura venne guidata alla 24 Ore di Le Mans da Hervé Poulain, il pilota che per primo ebbe l’idea di elevare questi modelli alla dimensione artistica. Da allora Bmw ha commissionato ad artisti di tutti i movimenti la realizzazione di ben 19 opere sui propri modelli. Ecco le più significative.
Andy Warhol e Robert Rauschenberg
Andy Warhol è forse l’artista più conosciuto ad aver dipinto di suo pugno una Bmw. Nel 1979, seguendo la Pop Art, Warhol acconsente alla realizzazione di un’opera pittorica utilizzando come tela una M1: “Ho provato a mettere in immagini la velocità. Quando un’auto va molto veloce, i colori e le linee si confondono”. L’artista americano riuscì in 28 minuti ad applicare oltre sei chili di colore. La M1 di Warhol partecipò alla alla 24 ore di Le Mans del 1979 classificandosi al sesto posto. Chissà che pesasse troppo.
Robert Rauschenberg nel 1986 sceglie una 635 CSi sulla quale fa un collage di opere di altri artisti seguendo una specifica tecnica fotografica e applicandole sulla carrozzeria con l’aiuto di diverse lamine. Con questa vettura, che guidò personalmente in diverse città tedesche, l’intenzione dell’artista era quella di mettere in luce il modo in cui i tre mondi di arte, natura e tecnica dipendono l’uno dall’altro.
Matazo Kayama ed Ester Mahlangu
Quattro anni dopo l’artista giapponese Matazo Kayama scelse per realizzare la sua opera una vettura della grande produzione. La Bmw 535i di Kayama è stata dipinta utilizzando uno speciale procedimento di doratura per disegnare un paesaggio naturale tra realtà e astrazione attraversato da un fiume. Kayama stesso citò la sua fonte d’ispirazione: “La mia opera deve avere l’aspetto di un cristallo di neve”.
L’artista africana Ester Mahlangu ha lavorato nel 1991 su una Serie 5 berlina. E’ stata la prima artista donna curatrice di un simile progetto. Il design è facilmente identificabile in una reminiscenza della cultura africana. L’ispirazione di Ester Mahlangu è arrivata seguendo “la tradizione tribale di arredare la casa, trasmessa di generazione in generazione solo tra donne”. L’artista riuscì a dipingere la vettura in una settimana utilizzando una fantasia chiamata Ndebele.
Sandro Chia e Jeff Koons
Tra gli autori delle Bmw Art Cars c’è anche un italiano. Sandro Chia è uno dei più importanti esponenti della Trasavanguardia e la sua collaborazione con il costruttore tedesco è datata 1992. L’artista realizza la sua opera su una M3 GTR su cui dipinge diversi volti: “Molti occhi si posano su un’auto. E la gente la guarda. Questa auto riflette i loro sguardi”. Da ogni lato, chi osserva l’auto sembra essere a sua volta sotto osservazione, perché sulla superficie della carrozzeria campeggiano visi con gli occhi spalancati.
Jeff Koons segna la ricomparsa della Pop Art negli anni 2000. La sua creazione, sulla base di una M3 GT2 arriva nel 2010 (nello stesso anno corse anche la 24 Ore di Le Mans) e si compone di una base nera sulla quale scorrono diverse strisce di colori accesi come punti di vernice trascinati dall’aria: “Questa vettura vuole esprimere con ogni fibra della sua carrozzeria la sua velocità”.