In Europa Ford stringe un accordo con Volvo per condividere i valori relativi alle emissioni inquinanti, al fine di rientrare nei limiti imposti dall'Unione Europea ed evitare quindi multe salate.
Un problema inaspettato
L’operazione, detta tecnicamente “pool”, è stata annunciata da un portavoce della Casa americana. Si tratta di una operazione permessa che la Commissione europea mette a disposizione di quei costruttori che faticano a far rientrare la gamma nel valore medio dei 95 grammi di CO2 per chilometro.
L’iniziativa di mettere in comune le emissioni delle rispettive gamme è partita da Ford, che da sola rischierebbe di sforare il limite a causa - sostiene il costruttore - di un problema di surriscaldamento della batteria su uno dei suoi modelli elettrificati più importanti: il suv Kuga in versione ibrida plug-in, che a partire da agosto è andato incontro a una serie di richiami.
Volvo è già virtuosa
Il problema avrebbe costretto Ford (che a inizio anno prevedeva di rientrare nei limiti con le proprie forze) a stringere un "pool" con Volvo, la quale ha già raggiunto un livello di emissioni al di sotto del proprio obiettivo, grazie anche al contributo della sussidiaria Polestar.
Nessuna informazione è stata diffusa sul prezzo pagato da Ford a Volvo come corrispettivo dell’operazione. La Casa svedese ha dichiarato solamente che le somme ricevute verranno a loro volta reinvestite in progetti e iniziative di mobilità sostenibile.
I precedenti
Ford e Volvo non sono i primi costruttori a utilizzare questo strumento per rientrare nei vincoli europei. La Commissione ha infatti reso noto che anche il gruppo Fiat Chrysler ha creato un "pool" con Tesla per quanto riguarda le autovetture, e con Psa nel settore dei veicoli commerciali.