Quella delle batterie per auto è una guerra che dura ormai da parecchi anni e coinvolge paesi e nazioni di tutto il mondo, animata anche da colpi di scena degni un film di James Bond. Come ad esempio la recente causa per furto di segreti industriali intentata dalla azienda chimica coreana LG Chem nei confronti della connazionale e partner SK Innovation. Oppure la cacciata nel 2011 di tre dirigenti Renault accusati di aver spiato e diffuso informazioni tecniche relative ad alcuni accumulatori allo studio nei laboratori della azienda francese.
Un settore industriale in continuo fermento
Molti produttori di batterie puntano oggi per crescere su joint venture che nascono e muoiono alla velocità della luce, facendo del settore uno di quelli con all’interno maggiore fermento, non solo per le tecnologie in continua evoluzione, ma anche per la velocità con la quale le aziende coinvolte mutano i loro assetti societari a seconda delle necessità e degli obiettivi.
Proprio in questi giorni due colossi industriali giapponesi, Toyota e Panasonic, si sono ad esempio uniti per sviluppare e costruire insieme batterie ad alta efficienza andando a sfidare i rivali cinesi di Catl (Contemporary Amperex Technology).
La risposta della Unione
Anche in Europa le diverse aziende e società coinvolte nella produzione di batterie non stanno a guardare. La posta in ballo infatti è alta. Non solo la possibilità di accelerare e rendere più competitiva la produzione di veicoli elettrici nel Continente, ma anche il fatto di potersi smarcare almeno in parte dai big asiatici e americani che oggi dominano il mercato.
Per consentire questo alla fine dello scorso anno è stata annunciata dalla Commissione Europea la creazione del consorzio EBA (European Battery Alliance). Una sorta di “Airbus delle batterie” – il riferimento è al gigante dell’aeronautica nato dalla collaborazione tra Francia, Germania e Spagna – dove far convergere investimenti di enti pubblici e privati.
Tante aziende anche italiane
La stessa Commissione Europea ha approvato aiuti per un importo totale di 3,2 miliardi di euro e sono tanti i costruttori di auto che hanno annunciato di voler partecipare all'EBA tra cui il Gruppo Volkswagen e quello PSA. Oltre a diverse società tra le quali anche Enel X, Endurance, Faam, Solvay e Kaitek che operano in Italia.
Più di 400 partner
In tutto sono ad oggi più di 400 partner impegnati all’interno del Consorzio. Stando alle stime, l’Europa ha un potenziale nella produzione di batterie altamente efficienti di circa 250 miliardi di euro all’anno dal 2025 quando, per coprire la domanda, saranno operative nel Continente tra le 10 e la 20 Gigafactory.
La leadership attraverso la ricerca accelerata
Il piano dovrebbe poter contare su investimenti complessivi di 5 miliardi di euro provenienti per lo più da privati e si basa su una serie di misure programmatiche in modo da arrivare alla creazione di un ecosistema nel territorio che permetterà di garantire l’accesso alle materie prime per la produzione, la massima sostenibilità del settore produttivo, il rafforzamento di una leadership industriale attraverso la ricerca accelerata e la coerenza con il quadro normativo europeo.
Resta però da vedere solo quanto e come la pandemia in atto limiterà i programmi, lasciando purtroppo ulteriore campo libero ai competitor esteri che a quanto pare non perdono tempo.