“Chiedete a un bambino di disegnare un’auto, e la farà rossa” diceva Enzo Ferrari. Provate a porre la stessa domanda a una platea un po’ diversa: re, capi di stato, imprenditori. In questo caso sul cofano della vettura svetterà, molto probabilmente, una stella.
E’ infatti un’associazione quasi spontanea quella tra il termine 'vettura di rappresentanza' e la Mercedes Classe S. Profondamente rinnovata, l’ultima generazione dell'ammiraglia di Stoccarda ha fatto il suo debutto europeo alla fiera Auto e Moto d’Epoca di Padova (22-25 ottobre). Un modo per unire il futuro di questo modello, da sempre foriero di innovazioni per l’intero settore, con un passato che affonda le sue radici nell’immediato dopoguerra.
Le origini
Ufficialmente la storia della Classe S inizia nel 1972 con la serie W116, ma la tradizione delle grandi berline della Stella risale ai primi anni del secolo scorso e continua in epoca moderna con la Typ 300 (serie W186 e successiva W189), presentata al primo Salone di Francoforte del 1951.
Si tratta della prima ammiraglia Mercedes dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, e riunisce in sé tutto il meglio dell’ingegneria tedesca del suo tempo. Dotata dello stesso motore di 3 litri della sportiva 300SL "Ali di gabbiano", la Typ 300 divenne famosa in quanto auto di servizio preferita dal cancelliere della Germania Ovest Konrad Adenauer (da cui il soprannome di Mercedes Adenauer), che continuò a utilizzare questo modello anche dopo aver lasciato la scena politica.
Attenzione alla sicurezza
Un’altra pietra miliare viene svelata al Salone di Ginevra del 1954: è la serie W180, su cui debutta la lettera S, iniziale di Sonderklasse (espressione tedesca per ‘classe speciale’). Associata per la prima volta alla 220S, tale denominazione non è ancora utilizzata per identificare un’intera classe di vetture, ma solo i modelli più accessoriati, potenti ed esclusivi.
Nel 1959 viene introdotta la serie W111/W112, detta ‘Heckflosse’ (pinna caudale), o più semplicemente ‘Codine’, per via delle piccole pinne posteriori all'americana. A partire da questo modello si afferma quella che diventerà un’altra caratteristica fondamentale delle ammiraglie Mercedes: l’attenzione alla sicurezza. Sulla Heckflosse debutta infatti il nuovo brevetto dell’ingegnere ungherese Béla Barényi: una cella di protezione per i passeggeri con carrozzeria a deformazione controllata, oltre a piantone di sterzo collassabile, volante e cruscotto imbottiti e strumenti flessibili.
Eccellenza tecnologica
La successiva serie W108/W109 del 1965 abbandona le pinne in favore di linee più sobrie e austere, opera del designer francese Paul Bracq. La vettura diventa una delle prime berline ad alte prestazioni, grazie alla versione 300 SEL 6.3, mossa dal poderoso V8 da 6,3 litri e 250 cavalli di potenza. Tramite questa auto, inoltre, inizia il matrimonio tra Mercedes e il preparatore AMG, che schiera in gara la 300 SEL con un propulsore da 6,8 litri e il soprannome di ‘scrofa rossa’, per via del peso e della colorazione.
Nel 1972 fa finalmente il suo debutto la vera e propria Classe S, che fino ai giorni nostri ha visto alternarsi ben sette generazioni. Le linee diventano squadrate, coerentemente con il nuovo corso stilistico Mercedes inaugurato da Bruno Sacco, e l’attenzione alla ricerca e sviluppo viene estremizzata: le ammiraglie di Stoccarda diventano una sorta di laboratorio su ruote, in cui far debuttare innovazioni tecnologiche con anni di anticipo rispetto al mercato. E’ il caso dell’ABS, di serie sulla Classe S già a partire dal 1978, degli airbag frontali, introdotti nel 1987, dell’ESP (1995), e del Distronic, il primo cruise control di tipo adattivo, lanciato nel 1998.
Arriva la guida semi-autonoma
Un percorso che continua con l’ultima generazione, disponibile a partire dal 2021, che avrà una dotazione di Adas in grado di renderla compatibile con la guida semi-autonoma di Livello 3 (e con quella completamente autonoma in apposite aree attrezzate, come i parcheggi degli aeroporti).
Sulla nuova Classe S l’innovazione tecnologica passa anche per la connettività, grazie al sistema infotainment MBUX riprogettato, con una potenza di elaborazione superiore del 50% rispetto al precedente, senza dimenticare l’elettrificazione: i motori a benzina sono dotati della tecnologia mild hybrid a 48 volt, mentre in un secondo momento si aggiungerà alla gamma anche la variante ibrida plug-in, che promette di diventare un riferimento per quanto riguarda l’autonomia in modalità zero-emissioni.