FRANCOFORTE – Qualità tascabile. La terza generazione della Hyundai i20 è cambiata da cima a fondo: abbandona le linee decisamente razionali e generaliste della versione precedente e si concede un look più originale, opera del centro stile coreano. Adesso monta anche propulsori mild hybrid puntando su una maggiore offerta tecnologica e su più qualità. Un bel salto in avanti rispetto alla versione precedente.
Pensata per il mercato europeo e costruita nello stabilimento Hyundai di Izmit, la nuova i20 si inserisce perfettamente nel segmento B con i suoi 4 metri di lunghezza, 1,76 di larghezza e 1,45 di altezza. “La nuova generazione sembra decisamente più piazzata a terra della precedente grazie a una linea del tetto più bassa di 2,4 centimetri”, sostiene Andrea Manglaviti, product manager della i20 presso Hyundai Europe.
Rivoluzione tech
Le i20 è stata completamente ridisegnata seguendo principi di proporzionalità e dinamismo. Il corpo vettura è nell’insieme compatto con alcuni elementi di carattere come la griglia del radiatore che occupa buona parte dell’anteriore arrivando a inglobare i proiettori, o la marcata fanaleria che percorre la vettura in tutta la sua larghezza senza soluzione di continuità. Dal cofano parte una linea che attraversa tutto il profilo seguendo un movimento verso l’alto e arrivando al montante C.
Anche gli interni sono stati ridisegnati e i nuovi materiali utilizzati segnano una netta evoluzione in termini di qualità, considerato il segmento. Le plastiche dure solo confinate alle parti più basse dell’abitacolo o comunque abilmente mascherate, mentre la scena è dominata dai due display dedicati alla strumentazione digitale (di serie da 10,25 pollici) e al sistema infotainment (da 8 o 10,25 pollici) dotato dei sistemi Android Auto e Apple CarPlay (wireless). Per chi ama ascoltare la musica è disponibile anche un sistema audio Bose con otto altoparlanti, tra cui un subwoofer, sparsi per l’abitacolo.
La nuova i20 ha fatto il pieno di tecnologia: si può avere praticamente con gli stessi pacchetti tech della sorella maggiore i30. Tantissimi i sistemi di assistenza alla guida disponibili, tutti provenienti dalle vetture di segmenti superiori. Il dispositivo per il mantenimento di corsia lavora in sinergia con il cruise control adattivo per dare una sensazione di guida semi autonoma (le mani devono essere sempre sul volante), mentre il sistema di controllo dell’angolo cieco segnala le auto che sopraggiungono anche in uscita da un parcheggio.
Alla guida del mild hybrid da 100 cavalli
Abbiamo guidato la nuova Hyundai i20 in un percorso extraurbano sulle strade intorno a Francoforte, spinta dal 1.0 tre cilindri turbo benzina T-GDi da 100 cavalli con sistema mild hybrid a 48 Volt, abbinato al cambio manuale a sei rapporti con frizione elettronica. Il sistema che dialoga bene con l’ibrido leggero e permette una funzione di veleggiamento estesa: in diverse situazioni il motore si spegne al rilascio dell’acceleratore e la i20 avanza per inerzia.
La batteria offre inoltre un maggiore spunto in accelerazione e assistenza durante le ripartenze al fine di ottimizzare i consumi che durante la nostra prova sono stati di 6,2 litri per 100 chilometri. Precisa e silenziosa, la i20 sembra appartenere a un segmento superiore.
Le sospensioni copiano bene le asperità del terreno senza essere troppo morbide. In Italia la i20 mild hybrid è disponibile anche con il cambio automatico DCT a doppia frizione e sette rapporti, oppure con il 1.2 quattro cilindri a benzina MPI da 84 cavalli. Due gli allestimenti: Connectline e Bose, più avanti arriverà anche la versione con il kit sportivo N-Line e l'estrema N. Prezzo di partenza da 16.950. La Hyundai i20 dovrà vedersela con rivali agguerrite come Peugeot 208, Renault Clio, Volkswagen Polo, Ford Fiesta e Toyota Yaris.