Mancano poche settimane alle elezioni presidenziali negli Usa, previste per il 3 novembre e il dibattito politico si fa sempre più acceso, così come il desiderio di sapere per chi voteranno (se voteranno) i big dell’economia. Uno che non si è ancora espresso è Elon Musk. Il ceo di Tesla aveva detto che avrebbe atteso il confronto in tv tra Trump e Biden (svoltosi il 30 settembre) ma ha poi evitato di esporsi sull’argomento.O almeno fino al momento di scrivere.
Non altrettanto hanno fatto i blogger che gravitano intorno al “fenomeno Tesla” che, al contrario del fondatore, sembrano avere le idee piuttosto chiare. E sembrano preferire la conferma di Trump. Magari ricordando i tempi – all’inizio del quadriennio presidenziale – quando Musk era diventato una presenza abituale nei corridoi della Casa Bianca e il ceo di Tesla aveva anche accettato di partecipare a un comitato organizzato dal presidente sul futuro dell’auto, dal quale però è uscito abbastanza presto e con non pochi contrasti.
Il principale dei blog sull'elettrica californiana, Teslarati, ha comunque messo a confronto i due candidati alla presidenza, soppesandone pro e contro e – pur non dichiarandolo apertamente – sembrerebbe che sia la difesa a oltranza degli interessi Usa propugnata da Trump riscuotere le maggiori simpatie.
Perché Trump
Il sostegno dato dal presidente repubblicano all’industria Usa è il primo degli argomenti proposti per consigliarne la rielezione. Nel blog si parla di come il presidente abbia “sostenuto la rinascita della industria manufatturiera americana, dominante nel XX secolo”. Un atteggiamento - riassunto dallo slogan “Make America Great Again” - che potrebbe portare benefici anche a Tesla e alla sua progettata espansione.
Secondo i fan del presidente, poi, durante la sua gestione sarebbero stati creati 6 milioni e 688mila posti di lavoro (confermati, si sottolinea, dall’organismo indipendente FactCheck.com) e si ricorda l’appoggio arrivato da Washington a Musk quando – sfidando le autorità californiane con le quali, è noto, il presidente è in perenne contrasto – il manager ha voluto riaprire lo stabilimento di Fremont, nonostante il picco di infezioni da coronavirus che aveva indotto al "lockdown" fosse tutto meno che sotto controllo.
A controbilanciare questi aspetti positivi, il blog riporta anche dei 62mila posti di lavoro persi a causa dei dazi imposti da Washington sugli impianti che generano energia solare, durante la “guerra” delle tariffe con la Cina. Altro argomento spinoso è l’appoggio dato da Trump all’industria del carbone e in generale a quella dei combustibili fossili. Ma l’argomento è considerato, così par di leggere tra le righe, sostanzialmente minore.
Perché Biden
“La sua è la scelta più rispettosa dell’ambiente. Ha un piano per il cambiamento climatico (che non nega a differenza del suo rivale), è sostenitore dell’energia pulita e parla di azzerare la “carbon print” entro il 2050”. Questi i principali motivi sul blog per cui viene lasciata qualche speranza di “endorsement” (cioè di sostegno) anche al candidato democratico Joe Biden. Di lui si apprezza anche la proposta di creare 10 milioni di posti di lavoro nel settore dell’energia alternativa, anche se la si definisce utopistica.
Ma il vero problema con l’ex vice presidente è che in agosto ha caricato su Twitter (terreno molto caro a Musk) un video in cui sì, parlava bene delle elettriche e le indicava come le auto del futuro, ma lo faceva seduto al volante di una Chevrolet Corvette Stingray a batteria, prodotta a Detroit. Un affronto che i fan a tutto tondo delle Tesla fanno evidentemente fatica a digerire.
In conclusione il blog si barcamena, anche se sembrerebbe strizzare l’occhio soprattutto al candidato repubblicano anche ammettendo che “l’attenzione verso l’ambiente sta crescendo e si sta proponendo come una questione sempre più critica ogni anno che passa”. In attesa che – via twitter ovviamente – si sveli finalmente il Musk-pensiero.