Dylan Dog, il famoso fumetto di Tiziano Sclavi, una horror comedy all'italiana inchiostro su carta, usciva per la prima volta in edicola il 26 settembre del 1986. Le avventure del detective specializzato in casi insoliti e fantastici, con omaggi ai mostri classici - Frankenstein, l'Uomo Lupo, Dracula - e allo splatter di Dario Argento e George Romero, vedono come protagonista a quattro ruote il leggendario Maggiolino Volkswagen targato DYD 666.
Un'auto fantastica
Dylan Dog ha poco più di trent'anni, è inglese, vive a Londra in una casa piena di oggetti "mostruosi", con un campanello che invece di suonare lancia un urlo agghiacciante, e una speciale Typ 1 bianca decappottabile lo accompagna in ogni sua trasferta.
L'auto si presenta come un vero e proprio personaggio: fa la sua comparsa nel fumetto come compenso al Detective del Mistero per aver risolto il suo primo caso. Da quel momento in poi sarà impossibile separarla da Dylan, come racconta l'albo "La macchina che non voleva morire": il Maggiolino non supera la revisione, e il detective decide di venderlo per la cifra simbolica di una sterlina. L'auto però proprio non ci sta: si anima e prende vita presentandosi ogni notte al numero 7 di Craven Road, dal proprietario, incapace di liberarsene.
Typ 1, un simbolo
Ma perchè il fumetto più venduto in Italia - che tra inediti e ristampe ha raggiunto il milione di copie mensili -vede proprio il Maggiolino come protagonista a quattro ruote?
Bisogna pensare che negli anni Settanta in Italia questo modello aveva raggiunto l'apice del suo splendore, divenendo emblema di un'intera generazione di cui lo stesso Sclavi, nato nel 1953, faceva parte. L'autore ha così scelto un'auto pop che ha finito per rappresentare un'intera generazione di giovani, la ribellione e la ricerca incessante di libertà di espressione. Niente di più rappresentativo per un fumetto "fantastico".