C’è il sole in California quando – alle 2 del pomeriggio ora locale – Elon Musk sale sul palco del tanto atteso “Battery Day”, l’evento destinato a far scoprire al mondo le ultimissime notizie sul presente – ma soprattutto sul futuro – di Tesla più volte rinviato a causa del Covid-19.
Un appuntamento che non delude, così come la notizia che il ceo (vestito con una t-shirt nera già diventata di ordinanza tra i suoi collaboratori) tiene per la fine della lunga presentazione, ma che è la più attesa: entro i prossimi tre anni il marchio sarà in grado di iniziare la produzione di una auto compatta “entry level” – ancora senza nome - una Tesla “da 25mila dollari” (circa 10mila in meno rispetto al prezzo previsto per la Model 3) alla portata del pubblico più vasto. Un’auto – ha aggiunto il manager di origine sudafricana – che sarà anche “completamente autonoma”.
Una elettrica per tutti, insomma, grazie a una “economia di scala” che permetterà di tagliare fortemente i costi - non c'è una data precisa ma ha indicato circa il 56% in meno per ogni chilowattora rispetto a quelle di oggi - e a una evoluzione nell’ingegneria delle batterie, tema sul quale Musk ha chiamato a parlare anche il responsabile del settore “Powertrain and energy engineering” Drew Baglino che lo ha raggiunto sul palco.
La rivoluzione delle batterie dal 2022
Musk ha dedicato molto tempo a tracciare il futuro delle batterie, presentando la nuova generazione di accumulatori che muoveranno le Tesla del futuro e saranno un tassello fondamentale per il raggiungimento del massimo livello possibile di sviluppo dell’energia sostenibile. Un target al quale, peraltro, la Casa ha già contribuito con il suo milione di auto vendute che hanno percorso sinora – senza emissioni nocive - 42 miliardi di chilometri.
Le nuove celle cilindriche presentate – più grandi delle attuali - forniranno cinque volte più energia, sei volte più potenza e un'autonomia di guida superiore del 16%, ha detto Musk, che ha confermato come l’entrata in produzione di questa nuova generazione di accumulatori dovrebbe avvenire nei prossimi 36 mesi. Giusto in tempo, insomma, per essere adottate nella “entry level” annunciata nel corso dell’evento.
La produzione prevista raggiungerà i 10 gigawattora all'anno entro la fine del 2021. Tesla e l’azienda partner Panasonic contano oggi su una capacità produttiva di circa 35 gWh nella fabbrica del Nevada, ma l’obiettivo è quello di arrivare a 3 terawattora all'anno (3mila gigawattora) nel 2030, anche attraverso l’uso di nuovi elettrodi “a secco”. Una crescita di circa 85 volte rispetto all’attuale capacità. Elon Musk ha detto che Tesla potrebbe in futuro fornire batterie anche ad altri costruttori.
Aspetto importante della riduzione dei costi è il riciclo: Tesla conta nel prossimo futuro di ridurre quasi a zero la necessità di estrarre altro cobalto – elemento costoso e soprattutto che pone problemi anche etici, viste le condizioni nelle quali si lavora in alcune delle miniere in particolare in Africa – riutilizzando quello che si può recuperare dalle batterie e fine vita. A crescere, invece, sarà il ruolo di un altro elemento naturale, il silicio – estremamente facile da reperire – che dovrebbe garantire un altro step sia per quanto riguarda l’autonomia delle auto che per il risparmio. Drew Baglino ha anche annunciato che Tesla ha acquistato un giacimento di litio in Nevada “capace di rifornire l’intera flotta di auto elettriche oggi in circolazione negli Stati Uniti”.
Crescerà anche l’utilizzo di altri elementi come il manganese e il nichel – quest’ultimo verrà utilizzato soprattutto per le batterie dei veicoli più pesanti come il Cybertruck e il Semi - mentre una revisione strutturale della costruzione degli accumulatori, ispirata dall’industria aeronautica, dovrebbe consentire ulteriori risparmi, tra cui quello dei pezzi: se ne utilizzeranno circa 370 in meno rispetto a oggi.
Velocissima
Il “Battery Day” è stata anche l’occasione per l’annuncio dell’arrivo della Model S “Plaid”, un missile da 1.100 cavalli e dal costo – tutt’altro che per tutti – di 140mila dollari. Per presentarla al pubblico, confermando che sul sito web del costruttore sono già aperte le ordinazioni, Musk ha mostrato un video girato presso il circuito californiano di Laguna Seca dove la vettura ha segnato un tempo record di 1.30.3. “Ma possiamo limare altri 3 secondi – ha detto – rendendo questa la vettura di produzione di serie più veloce di sempre”.
Record di consegne
Davanti a una platea di investitori – per una volta ognuno seduto al posto di guida della propria Tesla nel parcheggio dello stabilimento di Fremont – il pomeriggio di Musk era iniziato, dopo una serie di votazioni che hanno coinvolto gli azionisti, con l’analisi della situazione attuale che segna una crescita nelle consegne destinata - secondo Tesla – a variare a fine anno 2020 tra il +30 e il +40% rispetto al 2019, “nonostante le circostanze incredibilmente sfavorevoli di questo periodo”. In pratica il marchio (che l’anno passato ha venduto 367.500 automobili, il 50% più del 2018) potrebbe consegnare tra le 477.750 alle 514.500 vetture, centrando il target del mezzo milione previsto a inizio anno.
Nonostante questo la borsa non ha reagito molto bene e le quotazioni a Wall Street sono scese, a fine evento, di circa il 4%, dopo aver già perso il 5% nel corso della mattinata di contrattazioni.
Una casa in ogni continente
Il ceo di Tesla ha anche parlato dello sviluppo delle fabbriche a cominciare da quella di Shanghai, costruita in 15 mesi e che – secondo Musk – arriverà presto a pieno regime a sfornare 1 milione di veicoli all’anno. Notizia accolta da un coro di clacson, una reazione che ha punteggiato i passaggi più significativi dell’intervento nel quale si è accennato anche ai progressi alla gigafactory di Berlino e di quella ad Austin in Texas. “Un impianto che sarebbe costato la stessa cifra se lo avessimo costruito in California, ma che, grazie alla sua posizione geografica, ci aiuterà ad abbattere le spese di trasporto verso l’est degli Usa”. L'idea è quella di avere “almeno un impianto in ogni continente”, per accorciare le linee di rifornimento e snellire i tempi di consegna. "Più auto consegni e più soldi ti entrano in tasca", ha detto Musk che ha sottolineato l’importanza – spesso sottovalutata – di avere fabbriche all’altezza: “Disegnare le macchine che costruiscono le vetture è infinitamente più difficile che creare le auto stesse”.
Sicure e autonome
Musk ha anche voluto sottolineare la sicurezza dei suoi veicoli, certificata da tutti gli organismi internazionali preposti – tra questi anche Euro NCAP – che hanno riconosciuto alle elettriche californiane il massimo del punteggio possibile in ogni categoria. “L’auto più sicura che potete guidare è una Tesla”, ha detto con orgoglio il ceo che ha presentato un altro dato: negli Usa avvengono 2,1 incidenti per ogni milione di miglia percorse. Ma, a bordo di una Tesla, questo numero scende a 0,3 sinistri per milione di miglia.
Annunciata anche una nuova versione beta della tecnologia “Autopilot”. Il sistema di guida assistita è stato completamente reingegnerizzato e dovrebbe debuttare negli Usa già dalla fine di ottobre.