MODENA – Mike Manley, ceo di Fiat Chrysler dove è rimasta Maserati dopo la separazione da Ferrari voluta da Sergio Marchionne, è venuto nel quartier generale del marchio a Modena non solo per lanciare la nuova sportiva MC20, ma per dare un messaggio chiaro. Maserati è la stella del gruppo, il “gioiello della corona” cui dedicare investimenti privilegiati – 2,5 miliardi dei 5 annunciati per le attività italiane del gruppo – perché è lusso, margini veri ed esclusività. Esattamente (anche se non lo dice) ciò che il gruppo Psa - con cui Fca sta portando avanti una fusione per dar vita a Stellantis che vede subalterno il partner italo-americano – non ha. E siccome è prevedibile che per questo tipo di processi non si faranno prigionieri, Maserati par di capire che non si toccherà.
“Quel che posso dire è che Maserati ha un futuro incredibile come parte del gruppo“, dice Manley su Stellantis, caricando il nuovo ceo del marchio Davide Grasso (viene da Converse, tutta altra formazione ed altro segno di forte cambiamento a Modena) di responsabilità. “La mia attesa è che questo sia l’ultimo anno di perdite dopo problemi ed errori in passato”, sottolinea, dopo il crollo delle vendite nel 2019 sotto le 20mila unità e obiettivo dichiarato di arrivare a “75mila unità, e spero siano superiori, tra il 2024 e il 2025”. Cioè quadruplicate nel giro di cinque, massimo sei anni.
Soldi veri
Per un simile traguardo, Manley mette soldi veri sul marchio, “2,5 miliardi di euro”. Di questi, “350 milioni sulla nuova MC20” cui vanno aggiunti gli 800 milioni dichiarati per la linea nella fabbrica di Cassino per il nuovo suv Grecale in produzione nel 2021 (una taglia sotto il Levante), destinato nei piani a diventare la Maserati più venduta. Sembrano tanti 800 milioni per un suv che nasce su motori e pianale esistente (“Giorgio” usato sulle Alfa Romeo), ma non ci sono altre spiegazioni: di sicuro i 2,5 sono un investimento privilegiato rispetto ai 5 complessivi per l’Italia.
Tanti soldi per un piano prodotto ambizioso, che parte dalla nuova supercar MC20 costruita per adesso in circa 1.700 unità all’anno nel rinnovato impianto storico di Modena che fino a ieri sembrava sull’orlo della chiusura, per arrivare a una gamma interamente con modelli a batteria a fianco di quelli con motore tradizionale. “MC20 è la macchina del futuro, ecco perché sarà elettrica oltre che con motore a scoppio, e non ibrida”, spiega Grasso. Un futuro prossimo a zero emissioni, dunque: “Maserati mette al centro il consumatore e i consumatori si stanno spostando sull’elettrico a diverse velocità”, dice ancora il ceo del marchio, lanciando contemporaneamente un piano di personalizzazione per la vendita delle vetture (partner Garage Italia di Lapo Elkann) come il marchio non ha mai avuto.
Nasce la linea Folgore
La linea di modelli elettrificati, fatti di elettrico puro e forse anche di sistemi ibridi con un mild sofisticato (come la nuova Ghibli presentata a luglio) ha pure un nome proprio: Folgore. Il piano prodotto Maserati 2020-2024 prevede nel quinquennio 13 modelli nuovi (considerati tali anche quelli elettrificati), fino a 20 contando modifiche e restyling. Dopo MC20 con il nuovo V6, nel 2021 arrivano il suv Grecale (previsto anche con motore elettrificato) e la nuova GranTurismo a benzina ed elettrica, che sarà il primo modello a zero emissioni lanciato dal marchio. Nel 2022 la GranCabrio benzina ed elettrificata, la MC20 spider ed elettrica, poi tra il 2023 e il 2024 la nuova Quattroporte nelle due motorizzazioni e il nuovo Levante, da contare sempre per due.
Obiettivi dichiarati: entro il 2025 il 70% delle vendite sarà rappresentato da suv, le berline dovranno raggiungere il 15% sul totale, le sportive il 5%, “in calo”. Dette così le ultime parole in casa Maserati, e fanno effetto.