Finora le Volvo erano state snobbate dalla moda del momento, ovvero i restomod. A correre ai ripari ci ha pensato il team Cyan Racing, scuderia semi-ufficiale del gruppo Volvo, che ha reinterpretato in chiave moderna (e prestazionale) la P1800, elegante coupé realizzata dalla Casa svedese negli anni ’60.
Potenza e leggerezza
Iniziamo subito col dire che non si tratta di una vettura elettrica, come si era ipotizzato dopo la scoperta - a luglio - del prototipo camuffato. L’utilizzo di powertrain a batteria è un classico di questo genere di conversioni, ma in questo caso sotto al cofano batte un motore termico al 100%. E che motore. Stiamo parlando, infatti, di un moderno propulsore da corsa, montato anche sulla Volvo S60 TC1 che ha vinto il titolo mondiale turismo nel 2017.
Il 2.0 turbo quattro cilindri è progettato per girare nella zona alta del contagiri, e produce 420 cavalli e 455 Newton metri di coppia, con una linea rossa a 7.700 giri. Se a questo si associa il peso piuma della vettura (990 chili in ordine di marcia, più o meno come una Lotus Elise), il risultato non può che essere una vettura con prestazioni da auto da corsa, ma omologata per l’uso stradale.
Un'esperienza analogica
Dell’originale Volvo P1800, disegnata dalla carrozzeria Frua di Torino e lanciata nel 1961, rimane molto poco: la scocca e la forma della carrozzeria. Tutto il resto è stato riprogettato dal team Cyan racing, partendo dal telaio, che è stato irrigidito con l’aggiunta in più punti di barre di rinforzo in acciaio. Anche la carrozzeria, realizzata in fibra di carbonio e caratterizzata da un vistoso allargamento dei passaruota, contribuisce all’irrigidimento generale della struttura.
All’interno l’auto è stata svuotata di tutto il superfluo, il cambio è un manuale da corsa a 5 marce, la trazione è posteriore con differenziale a slittamento limitato, regolabile nella taratura, così come le sospensioni anteriori e posteriori, i cui attacchi sono stati progettati ex novo (ora abbiamo quattro sospensioni indipendenti, con quelle anteriori a doppio braccio).
Infine, moderni sono anche i cerchi alleggeriti in lega e l’impianto frenante a quattro pistoncini, che non presenta né servofreno né ABS. Una scelta voluta, come fa sapere Mattias Evensson, capo del reparto progettazione di Cyan Racing: ''Abbiamo cercato di ricreare l'esperienza di guida analogica degli anni '60. Lo scopo della Volvo P1800 Cyan è eliminare tutto ciò che disturba il collegamento diretto tra conducente, pneumatici e strada. Il nostro obiettivo è stato quello di mantenere quella sensazione indisturbata, perfezionandola con la migliore tecnologia di oggi”.
Un progetto indipendente
Il prezzo e le possibilità di personalizzazione della Volvo P1800 Cyan saranno comunicate su richiesta. Il team fa sapere che l’auto sarà commercializzata in modo indipendente da Volvo e che non esiste alcuna collaborazione tra Cyan Racing e Volvo Cars in relazione a questo progetto automobilistico. Ma in casa Volvo di sicuro devono essere stati al corrente di questo restomod.
La scuderia era infatti conosciuta come Polestar fino al 2015, quando Volvo ha acquistato il marchio, utilizzandolo per la propria linea di veicoli elettrificati e ad alte prestazioni. I rapporti tra Cyan Racing e Volvo rimangono quindi strettissimi, anche se oggi il team non gareggia più con vetture della Casa svedese, ma utilizza auto a marchio Lynk&Co. (con cui ha vinto il campionato WTCR nel 2019), costruttore cinese che fa sempre parte del gruppo Volvo.