Ultimo aggiornamento  21 marzo 2023 03:09

Cantieri: una svolta per l'Italia.

Marina Fanara ·

"La spinta all'Italia per accelerare i lavori pubblici è l'articolo 2 del decreto Semplificazioni in base al quale le stazioni appaltanti, come per esempio Anas o Rfi, Rete ferroviaria italiana, potranno utilizzare i poteri derogatori alle leggi, ad eccezione, ovviamente, di quelle penali e antimafia". Il viceministro alle Infrastrutture e trasporti Giancarlo Cancelleri ci spiega che la svolta per sburocratizzare e velocizzare in Italia le opere già finanziate, ma bloccate da anni, è proprio l'obiettivo di questo provvedimento.

Non a caso all'articolo 2 del decreto Semplificazioni, approvato dal governo lo scorso 7 luglio e pubblicato in Gazzetta ufficiale (n. 76/2020) il 16 luglio, è collegato il piano "Italia veloce", un grande programma elaborato dal ministero Infrastrutture e trasporti per dare il via a 130 opere strategiche con risorse che sfiorano i 200 miliardi di euro.

Al via 200 miliardi di cantieri

Si tratta per la precisione di 196,7 miliardi, di cui 131 miliardi già disponibili e oltre 65 miliardi di fabbisogno, che verranno utilizzati per infrastrutture ferroviarie (113 miliardi), strade e autostrade (54 miliardi), trasporto rapido di massa nelle città metropolitane (21 miliardi), porti (5,1 miliardi) e aeroporti (3,1 miliardi).

"Tutte opere prioritarie, già finanziate ma da anni impantanate nei meandri della burocrazia", sottolinea il viceministro, "non è facile scardinare un modello incancrenito che ha alimentato il divario tra il Paese e l'Europa e tra nord e sud della Penisola, ma ora con il decreto Semplificazioni stiamo creando le condizioni per rendere più rapide ed efficienti le procedure per l'assegnazione delle opere e degli appalti. L'obiettivo è cambiare radicalmente sistema e avviare quel cambiamento necessario ed epocale di cui l'Italia ha estremamente bisogno, soprattutto ora dopo l'emergenza sanitaria, per creare sviluppo e occupazione".

Un colpo alla burocrazia

La chiave di volta, ribadisce Cancellieri, è l'articolo 2 che in sostanza prevede l'affidamento diretto per le opere fino a 150mila ore e procedure negoziate senza bando (previa consultazione di un numero variabile di operatori) per lavori dai 150mila euro in su. "Come ha più volte sottolineato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, non serve per forza un commissario per velocizzare le procedure di un'opera", sottolinea il viceministro, "fermo restando che in casi particolari, come successo con il nuovo ponte di Genova o l'Expo, resta la possibilità di nominare un commissario".

Tra le priorità elencate dal governo ci sono infrastrutture attese da anni. Tanto per citarne qualcuna, al capitolo strade e autostrade compaiono la Pedemontana lombarda, il potenziamento a 4 corsie della Salaria, l'ampliamento della Pontina, la Salerno-Potenza-Bari, la Gronda di Genova, la Ionica. Per le ferrovie la lista comprende opere come il nodo di Genova, la Pontremolese, il Terzo Valico dei Giovi, la Palermo-Catania-Messina.

Riscossa siciliana

A proposito di Sicilia, regione cara al viceministro Cancelleri (è di Caltanissetta), il piano per le sole opere stradali prevede uno stanziamento di oltre 4 miliardi di euro: molte le infrastrutture attese tra cui l'autostrada Ragusa–Catania, la riqualificazione della Palermo-Catania, la Tangenziale di Gela, il completamento Caltanissetta-Agrigento.

E poi ci sono 12 miliardi destinati a potenziare il sistema ferroviario che in Sicilia è tra i più arretrati e trascurati d'Italia. "Basti considerare", sottolinea Cancelleri, "che oggi per andare da Palermo a Catania ci vogliono più di tre ore in treno e due ore e mezza in auto. È inaccettabile e insostenibile se si vuole garantire il diritto alla mobilità a tutti i cittadini".

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