I morti sulle strade d'Italia continuano a diminuire. Lo confermano i dati del rapporto ACI-Istat 2019: rispetto al 2018 (già in flessione rispetto all'anno precedente) incidenti, vittime e feriti risultano in calo rispettivamente dello 0,2%, del 4,8% e dello 0,6%. In termini assoluti, l'anno scorso ci sono stati 172.183 sinistri (172.553 nel 2018) in cui hanno perso la vita 3.173 persone (l'anno precedente 3.334) e ne sono rimaste ferite 241.384 (242.919 nel 2018).
Considerando gli ultimi dieci anni, dal 2010 al 2019, le vittime in Italia sono diminuite complessivamente del 23%: trend in calo ma ancora lontanissimo dall'obiettivo europeo del 50% in meno di morti sulle strade entro il decennio, anche se nel 2020, a causa del blocco degli spostamenti dovuto all'emergenza sanitaria, si prevede una diminuzione significativa di tutti i valori.
Numeri in calo in tutta Europa
Quanto ai costi sociali legati agli incidenti, nel 2019 la quota è di 16,9 miliardi di euro, l'1% del prodotto interno lordo italiano. Grazie alla diminuzione dei sinistri, tale valore negli ultimi 10 anni è calato di 21 punti percentuali (nel 2010 il costo era stato di 21,4 miliardi).
Trend in discesa in tutta l’Unione Europea: nel 2019 i morti sono stati complessivamente poco più di 24mila contro i 25.191 dell’anno precedente (-2,3%). In Italia ogni milione di abitanti si sono verificati 52,6 decessi per incidente stradale (48,1 nella Ue), cifra che conferma il nostro Paese al 16° posto della graduatoria europea.
Ciclisti nel mirino
Resta preoccupante il coinvolgimento dei cosiddetti utenti deboli, in particolare i ciclisti: nel 2019 i morti per incidente sono stati il 15,5% in più rispetto all'anno precedente. A rischio anche i motociclisti (+1,6 le vittime), mentre conforta il dato sui pedoni (-12,7% di decessi) e quello relativo ai conducenti di ciclomotori (-18,5%). In generale gli utenti deboli restano i più esposti: il 49,6% dei morti per incidente è riconducibile a questa categoria, quasi uno su due.
L'aumento dei decessi tra i ciclisti è correlato anche al maggior numero di due ruote in circolazione, tradizionali ed elettriche: nel 2019 rispetto al 2018 le vendite - stando ai dati ACI-Istat - sono cresciute del 7%, mentre l'uso della bici per gli spostamenti quotidiani nel 2019 ha raggiunto il 25% del totale.
Sticchi Damiani: le regole valgono per tutti
“Se da una parte i dati ci riportano un calo di incidenti, morti e feriti, dall’altra registriamo, purtroppo, un aumento delle vittime nelle categorie vulnerabili, in particolare tra i ciclisti e gli utenti delle due ruote in generale”, sottolinea Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia, "l'auto rimane il principale mezzo di trasporto, ma aumenta il numero di chi sceglie forme di mobilità dolce o la micro mobilità elettrica per muoversi in città: questo comporta il rispetto delle regole da parte di tutti e, soprattutto, la realizzazione di adeguate infrastrutture e percorsi dedicati".
"Dobbiamo rivedere la mobilità in ottica sostenibile ed ecocompatibile", aggiunge il presidente ACI, "e bisogna agire a tutti i livelli, tenendo sempre in primo piano la nostra incolumità e quella degli altri utenti della strada. La sicurezza stradale deve essere una priorità, la si persegue osservando sempre le regole del Codice della strada, ma, soprattutto, usando la massima prudenza a bordo di qualsiasi mezzo: sia esso un’auto, una moto, una bicicletta elettrica o un monopattino, allo stesso modo negli spostamenti a piedi".
Giovani e anziani: si muore di più
È ancora alto il rischio per i giovani nella fascia d'età tra i 20 e i 29 anni (il 14,7% dei decessi totali) e gli anziani tra i 75 e gli 89 anni (18% del totale vittime). Diminuisce invece la mortalità tra i ragazzi nella fascia 15-19 anni (-11%) e dai 70 ai 74 anni (-14,3%), sostanzialmente stabile ma ancora critico il numero dei bambini: 34 giovanissimi tra 0 e 14 anni hanno perso la vita in un incidente nel 2019 contro i 33 del 2018.
Killer distrazione, precedenza e velocità
Quanto alle cause, ai primi posti restano distrazione, mancato rispetto dalla precedenza o del semaforo rosso e alta velocità: insieme, stando ai riscontri dalle forze dell'ordine, nel 2019 sono alla base del 38,3% dei sinistri. A seguire non rispetto delle distanze di sicurezza (9%), manovre irregolari (7%), comportamento scorretto verso il pedone (3,5%) o del pedone (3%) e la presenza di buche o ostacoli accidentali (2,9%).
I comportamenti errati degli automobilisti si riflettono anche sulle contravvenzioni elevate da Polizia, Carabinieri e Polizia locali: + 6,7% le infrazioni al Codice della strada rispetto al 2018. Ai primi posti il superamento dei limiti di velocità, mancato rispetto della segnaletica, mancato uso di cinture di sicurezza e seggiolini per bambini e uso improprio del cellulare.
Aumentano anche le sanzioni per guida in stato di ebbrezza mentre diminuiscono quelle per guida sotto effetto di stupefacenti.
Segno meno su tutte le strade
Le vittime risultano in diminuzione soprattutto lungo le autostrade, compresi raccordi e tangenziali (-6,1%), ma anche in città (-5%) e nelle extraurbane (-4,4%).
Considerando il numero relativo agli incidenti invece si registra un lieve aumento in ambito urbano (+0,2%) mentre si conferma una flessione soprattutto su autostrade (-3,8%). L'indice di mortalità (numero di morti ogni 100 sinistri) risulta più alto sulle extraurbane che si confermano le strade più pericolose (4,2 vittime, 4,4 nel 2018), in autostrada invece il valore è pari a 3,4 (3,5 l'anno precedente) ed è di 1 sulle urbane (1,1 nel 2018).
Uomini e donne
Le vittime di sesso maschile superano di quasi tre volte le femminili (nel 2019 hanno perso la vita 2.566 uomini contro 609 donne). Tra i feriti si registrano 150.680 maschi e 90.704 femmine. Per gli uomini si rilevano picchi in tre fasce d’età: 50-54 (223 morti), 20-24 (212), 45-49 (207). Per le donne frequenze maggiori per le età 75-89 (153 morti in totale).
D'estate e al buio si muore di più
Gli incidenti più gravi accadono in agosto (2,2 l'indice di mortalità che sale a 5,5 sulle extraurbane e a 7 negli scontri frontali) ma è a giugno e luglio che si verifica il picco dei sinistri in generale: nel 2019 rispettivamente 16.916 e 16.481.
Di notte e nelle ore più buie aumenta sia l'indice di mortalità che di lesività (feriti ogni 100 incidenti). In particolare nelle ore notturne, tra le 5 e le 6 del mattino perdono la vita 11,3 persone ogni 100 sinistri e 9,4 alle 3 del mattino.
2020, effetto Covid
Il rapporto, infine, fornisce anche alcune previsioni per l'anno in corso, caratterizzato dall'emergenza sanitaria e dal blocco degli spostamenti durante il picco dei contagi che ha inevitabilmente ridotto gli incidenti sulle strade. Dai primi dati 2020, la diminuzione dei sinistri è stata in media del 72% a marzo e dell'85% ad aprile, ma a maggio, quando gli italiani hanno potuto ricominciare a muoversi, si è registrato un nuovo aumento.
Il trend è analogo per quanto riguarda il mercato veicoli: le immatricolazioni sono crollate fino al 90% per le autovetture, -97% per i motocicli e -83% per i veicoli merci. Nei primi 5 mesi del 2020, in media, queste contrazioni hanno comportato in totale una diminuzione pari al 45,1%, in particolare -46,8% per le automobili, -39,1% per i motocicli, -37,3% per i veicoli industriali.