Ultimo aggiornamento  06 giugno 2023 22:12

Cambio logo, è mania.

Edoardo Nastri ·

Toyota aggiorna lo stile del suo logo. Il costruttore giapponese ha optato per un design più minimalista e semplice di quello attuale. Scompare anche la dicitura “Toyota” scritta in lettere, una mossa che, secondo quanto dichiarato dal costruttore, servirebbe per dare maggiore risalto al logo e a renderlo ancora più riconoscibile.

Il nuovo badge verrà utilizzato nelle attività di comunicazione e vendita, mentre i veicoli saranno equipaggiati ancora con quello attuale. Tuttavia il suo utilizzo potrebbe presto estendersi anche ai prodotti. Il logo ora si sviluppa in due dimensioni, perde le ombreggiature interne e acquista un colore bianco brillante, simbolo di purezza e facilmente riconducibile a concetti come elettrificazione e mobilità sostenibile.

Anche Bmw, Nissan, Opel e Volkswagen 

“Abbiamo sviluppato il nuovo design del brand pensando al domani. Il nostro obiettivo era quello di far conoscere sempre di più ai clienti la rapida espansione di Toyota nel processo di elettrificazione dei veicoli, dei servizi di mobilità e della vendita online”, dice Didier Gambart, responsabile delle vendite di Toyota Europe.

Il costruttore giapponese non è l’unico ad aver cambiato il design del suo logo, anzi. Solo nell’ultimo anno altre quattro case automobilistiche hanno fatto lo stesso: Bmw, Nissan, Opel e Volkswagen. Kia ha fatto sapere che il suo nuovo logo arriverà entro al fine del 2020. I principi ispiratori sono sempre gli stessi: bidimensionalità, bordi sottili, colori chiari e semplificazione massima che richiami sostenibilità e avvicini i clienti alla nuova era dell’elettrificazione.

Problema retroilluminazione  

L’idea di un badge sempre più piatto e bidimensionale risponde all’esigenza di utilizzarlo su materiali e superfici diversificate dal digitale alla stampa e di renderlo retro illuminato nei mercati dove sarà possibile farlo. Le normative europee al momento non permetterebbero la retroilluminazione di un logo che si muove: “La ragione è che la legislazione del nostro continente considera la luminescenza artificiale dei loghi una forma pubblicitaria”, ci spiegava Klaus Zyciora Bischoff, responsabile del design del gruppo Volkswagen, durante una visita al centro stile di Wolfsburg la scorsa estate.

“La nostra azienda sta vivendo una grande trasformazione e il vecchio logo non mostrava completamente il cambio di rotta che abbiamo fatto dopo il dieselgate. Il suo arrivo e quello della famiglia di vetture elettriche ID segnano una cambio di passo epocale".

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