Quattro anni dopo l’annuncio di Aston Martin dell’acquisto dell’ex area militare di St Athan in Galles, la prima auto costruita nello stabilimento – il suv DBX – è uscita dalla catena di montaggio.
Un momento storico per un’azienda che sta attraversando un periodo estremamente travagliato della sua storia: dopo l’ingresso in borsa del 2018 il valore delle azioni è crollato di più del 90%, la crisi del mercato, aggravata dalla pandemia, ha portato a un peggioramento della situazione debitoria che ha raggiunto i 900 milioni di euro e che neanche l’ingresso – con 600 milioni – dell’investitore canadese Lawrence Stroll ha completamente sistemato.
In questi ultimi mesi si è anche perfezionato l’avvicendamento ai vertici, con lo storico ceo Andy Palmer che, a partire dal prossimo 1 agosto, sarà sostituito dall’attuale responsabile di Mercedes-AMG Tobias Moers.
Un'auto super
La DBX nasce su una piattaforma messa a punto dalla stessa Aston Martin e vanta un motore V8 biturbo da 4.0 litri e 500 cavalli di potenza sviluppato insieme proprio alla AMG e già presente sula DB11 e la Vantage.
La DBX scatta da 0 a 100 in 4,5 secondi, raggiunge la velocità massima di 291 chilometri orari ed è disponibile al prezzo di circa 193mila euro per il mercato europeo. Confermato l’avvio delle consegne che inizieranno alla fine del mese di luglio.
Soddisfazione nazionale
“Siamo incredibilmente orgogliosi del nostro primo suv” ha detto Marek Reichman, vicepresidente esecutivo del marchio, mentre il ministro dell'Economia, dei trasporti del Galles del Nord, Ken Skates, ha dichiarato: “E' un momento storico per Aston Martin e anche per la nostra regione. Non potrei essere più orgoglioso di vedere questo fantastico suv realizzato in Galles uscire oggi dalla linea di produzione a testimoniare della dedizione e delle capacità della forza lavoro di livello mondiale che abbiamo qui”.