Ampliare gli incentivi comprendendo l’acquisto di usato Euro 6 in cambio della rottamazione di vetture da euro 0 a euro 4: un modo per allargare la base delle famiglie con un sostegno per cambiare l’auto con una meno inquinante, utilizzando strumenti diversi dall’ecobonus, come il credito d’imposta e l’esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche. E’ la proposta che Massimiliano Archiapatti, presidente di Aniasa, l’associazione che in Confindustria rappresenta i servizi di mobilità, ha presentato durante l’audizione in Commissione Industria, commercio e turismo del Senato.
Emergenza parco circolante
Secondo uno studio condotto da Aniasa con Bain & Company, l’84% degli italiani sta ritardando o rinviando l’acquisto dell’auto. La crisi economica sta provocando il collasso del mercato e rallentando il rinnovo del nostro parco circolante nazionale (38 milioni di veicoli), il secondo più anziano del continente, con oltre il 30% ante Euro 4, quindi con oltre 14 anni di anzianità. “E’ necessario - ha detto Archiapatti - stimolare la domanda di mobilità sicura, eco-sostenibile e condivisa attuando misure in grado di promuovere la sostituzione dei veicoli più inquinanti con soluzioni di ultima generazione alla portata anche delle famiglie alle prese con la congiuntura negativa”.
I dati dell'ecobonus
I dati – secondo Aniasa - dimostrano che l’ecobonus (210 milioni di euro disponibili per il 2019-2021) non ha prodotto la rottamazione dei veicoli più inquinanti, ma ha privilegiato gli acquisti di quelli di gamma alta. Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico, da aprile 2019 al 10 giugno 2020 sono state completate 14.060 prenotazioni, per un impegno di 55,1 milioni di euro.
Di queste transazioni, ben 10.897 (76%) non hanno previsto la rottamazione di altro veicolo, cosa accaduta solo per 3.136 auto, il 22% del totale. Non c’è stato quindi l’auspicato rinnovo del parco circolante, ma solo immissione di nuovi veicoli: 11.165 elettrici (79%) e 2.895 ibridi (21%).
Noleggio da record
Nel corso dell’audizione Archiapatti ha ricordato anche che il 2019 è stata un'annata da record per il settore del noleggio e dello sharing che ha raggiunto quota 1,2 milioni di veicoli in circolazione e 517mila immatricolati, il 25% del mercato nazionale, per un valore di 11 miliardi di euro di acquisti.
Un trend che ha girato in negativo con l’emergenza Covid-19: da febbraio a maggio 2020, le attività di car sharing hanno subito una contrazione del 70%, il breve termine dell’80%. Nel quadrimestre marzo-aprile-maggio-giugno si sono perse 173mila nuove auto e veicoli commerciali, per un valore di quasi 4 miliardi di euro e quasi 1,1 miliardo di entrate per l’Erario in meno tra Iva e tasse varie.