In maschera e chiusa nella sua bolla antivirus, la Formula 1 sta riaccendendo i motori in Austria, primo sport a livello mondiale a ripartire. Gli occhi del mondo sportivo saranno tutti sulle montagne austriache dove si trova il circuito di proprietà della Red Bull che ospiterà le prime due gare di una stagione che ha ancora un calendario provvisorio con sole 8 gare un programma.
Senza pubblico, senza sfarzosi paddock con costruzioni multipiano, senza sponsor sul rettilineo di partenza, ma con le telecamere accese. L’importante era ricominciare dopo la falsa partenza in Australia a marzo.
Chi è il favorito?
Lewis Hamilton si è presentato con catenona e lucchetto al collo, infervorato dalla sua nuova e legittima campagna contro il razzismo, la Mercedes lo ha assecondato fino a cambiare il colore delle sue frecce che ora sono nere e non più argentate. I favoriti sono ancora loro. Perché a un Hamilton distratto dalla sua battaglia per un mondo più giusto, non credono in molti. Sarà il solito martello.
A dargli fastidio, soprattutto all’inizio, su una pista dove ha vinto negli ultimi due anni c’è la Red Bull di Max Verstappen. “Non sapere quante gare dovremo disputare quest’anno non cambia il mio approccio: io corro sempre per vincere tutte le gare”, parole di Max. Parole chiare.
La Ferrari per ora si chiama fuori. Deve rivedere il progetto della SF1000 e fino alla terza gara in Ungheria non sarà possibile. “A Barcellona dopo i test ci siamo accorti che non eravamo dove volevamo e siamo intervenuti, ma il blocco ci ha impedito di arrivare alla prima gara con tutto a posto”, dicono Mattia Binotto e i suoi piloti. Charles Leclerc aggiunge: “Sarà al 99% una stagione più difficile della scorsa”, tanto per essere chiaro.
Cosa accadrà in Ferrari?
Sebastian Vettel si è presentato in conferenza stampa ribadendo di non essere lì ad aiutare il suo compagno: “Non gli renderò la vita più facile”, ha ribadito ricordando: “Ci siamo sempre dati battaglia e continueremo a farlo”. Proprio quello che Binotto non voleva sentirgli dire. Come avrebbe fatto meno di sentirgli dire: ““Sono rimasto sorpreso quando ho ricevuto la chiamata da Mattia in cui mi ha detto che non c’era nessuna intenzione di continuare. Non abbiamo mai avuto discussioni, non c’è mai stata un’offerta sul tavolo, nessun punto d’incontro”. Come se non bastasse un’auto in ritardo rispetto alla concorrenza. C’è già del veleno in circolo. Ci vorrà tutto il buonsenso di Binotto per tenere la situazione sotto controllo.
Quante saranno le gare del 2020?
Per ora di gare ne sono in calendario 8 con due appuntamenti doppi in Austria e in Gran Bretagna. L’ottava e per ora ultima tappa, è in programma a Monza il 6 settembre per un gran premio d’Italia a porte chiuse. Come minimo si dovrebbe arrivare a 14 tappe con altre due o tre gare in Europa (Mugello in Italia e Portimao in Portogallo e forse la Germania) e 4 gare doppie nel Golfo tra Bahrain e Abu Dhabi. In forte dubbio la trasferta americana tra Usa (da escludere) e Canada (rischioso a novembre) e la tappa cinese. E con 14/15 gare sarebbe già un bel mondiale. Senza scordare che ne bastano comunque 8 a renderlo valido. Buon divertimento a tutti.