Ultimo aggiornamento  21 marzo 2023 02:43

Elettriche, Byton non ce la fa.

Paolo Borgognone ·

Le difficoltà del settore dell’auto a livello globale, tra mercato in crisi e pandemia, mietono un’altra vittima: la start up cinese di auto elettriche Byton, una delle tante indicate nel corso degli anni come “l’anti-Tesla”, ha comunicato l’intenzione di sospendere ogni attività in Cina per almeno i prossimi sei mesi e mettere quasi tutti gli oltre 1.000 dipendenti in cassa integrazione.

Motivo, una crisi di liquidità che si trascina ormai già da qualche mese, nonostante, secondo la tv nazionale, Byton abbia raccolto nel corso di questi anni, fondi per un cifra superiore al miliardo di dollari.

In una lettera ai lavoratori resa pubblica, il ceo dell'azienda - l'ex Bmw Daniel Kirchert - ha spiegato la situazione addossando la responsabilità a “insormontabili difficoltà monetarie” incontrate in particolare durante il “lockdown”. In realtà già da marzo i dipendenti non sono stati pagati con regolarità e recentemente gli uffici di Pechino e Shanghai e la fabbrica a Nanchino hanno chiuso i battenti.

Byton ha promesso di corrispondere immediatamente gli arretrati a tutti quei dipendenti che scelgano di dimettersi entro la fine di questa settimana, mentre agli altri verrà garantito almeno il pagamento dei contributi sociali.

Crisi mondiale

La situazione è difficile anche all’estero: Byton, infatti, ha sedi sia in Germania (un centro design a Monaco di Baviera la cui attività verrà di fatto azzerata) che negli Stati Uniti e in entrambi i Paesi la società ha chiesto di essere messa in amministrazione controllata per evitare la bancarotta. In particolare negli Usa, il marchio ha 450 dipendenti nell’area di Detroit e in California. Secondo una lettera interna circolata presso i media cinesi, almeno metà di questi verrà licenziata e gli altri messi in cassa integrazione. 

Problema comune

Come abbiamo visto Byton – che ha presentato al Ces di Las Vegas 2020 il prototipo del suv elettrico M-Byte - aveva raccolto, prima di questa crisi, fondi anche da investitori importanti come il gruppo automobilistico Faw, il principale costruttore di batterie cinese Catl e Tencent, nonostante non abbia mai consegnato un veicolo ai clienti. Tutto questo non è bastato a fronteggiare la situazione resa più difficile dalla pandemia che si è aggiunta a un rallentamento significativo del mercato auto cinese che per il settore elettrico è stato complicato anche dalla fine della politica di incentivazione all’acquisto.

Byton infatti non è l’unica azienda a essere in difficoltà. La start up Enovate – che a Shanghai nel 2019 aveva presentato il concept ME Sport, un suv a batteria ad alte prestazioni che sarebbe dovuto arrivare nel 2021- è stata costretta a rivedere i piani e a ridurre drasticamente il numero dei dipendenti sia nel settore design e sviluppo che nella fabbrica cinese.

Anche la Bordrin – partner del gruppo Faw – che a sua volta a Shanghai 2019 aveva presentato due concept a batteria, Iv6 e iV7, ha dovuto dichiarare la propria insolvenza non riuscendo a pagare le spese per terminare la sua prima fabbrica.

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