"L'accordo con Fca Italia – il più grande di sempre di questo genere – è un evento straordinario che consentirà di portare credito e ossigeno a oltre 9 mila fornitori e sub-fornitori". Con queste parole Mauro Micillo, capo della divisione Corporate e Investment Banking di Intesa Sanpaolo e ceo di Banca Imi, ha difeso l’operazione messa a punto dall’istituto bancario col costruttore per il prestito – garantito dallo Stato attraverso la Sace – da 6,3 miliardi di euro, perfezionato alcune settimane fa. Il manager si è espresso così nel corso dell'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
Micillo ha sottolineato “la valenza strategica della filiera di Fca che rappresenta il 6,2% del Pil nazionale” in quello che ha definito “il comparto industriale più innovativo del Paese”.
Non solo auto
Il manager ha ricordato come l'istituto che rappresenta abbia un occhio di riguardo proprio per le filiere produttive: “Dal 2015 – ha detto – ne abbiamo attivate più di 700 per 15mila fornitori”. Tra le grandi imprese che ne hanno beneficiato, Micillo ha citato Gucci, Merlo e Venchi.
Sostegno all'Italia
L’operazione con Fca – avallata dal governo Conte nonostante le perplessità di almeno una parte dello schieramento politico che lo sostiene – è contenuta nel Decreto Liquidità e prevede la restituzione del prestito da parte di Fca in 3 anni. Il denaro – è stato specificato dal costruttore in un comunicato al momento dell’annuncio – è destinato esclusivamente alle attività italiane del Gruppo e al sostegno della filiera automotive in Italia”.