L'Opel Manta compie cinquant'anni. Era il 1970 quando la prima generazione della coupé 2+2 tedesca debuttava per prendere il testimone della GT e contrastare l'imminente successo della Ford Capri, progettata per il pubblico europeo con l'obiettivo di raggiungere lo stesso successo della Mustang negli Usa. La divisione marketing del marchio di Rüsselsheim prepara così il lancio: “Ogni uomo è un uomo Manta”, recita lo slogan.
C'è spazio per quattro
La Manta ha un abitacolo ampio, in grado di accogliere quattro passeggeri e ha un bagagliaio della capacità di 500 litri. “Una GT da famiglia”, titolava una rivista specializzata dell'epoca.
Le linee della Manta sono sinuose e mostrano la parentela con la prima generazione della berlina Ascona, da cui però si allontana per delle scelte stilistiche più aggressive e sportive come il lunotto raccordato con la coda e con il tetto. Proprio in queste linee è evidente l'origine del nome “Manta”: l'auto, infatti, si rifa proprio alle forme dell'omonimo animale marino.
Il motore era in linea con le scelte tecniche dell'epoca: anteriore longitudinale e a trazione posteriore. Le motorizzazioni di partenza erano tre, dall'allestimento base con un 1.6 da 60 o 68 cavalli a quello da 1.9 con potenza massima fino a 90 cavalli, abbinate a un cambio manuale a quattro marce o, su richiesta, a uno automatico a tre rapporti.
Dalla A alla B
Concepita per essere lanciata come Kadett Coupé, la prima generazione Manta-A è stata prodotta in 498.553 esemplari nei primi cinque anni, di questi 175.454 sono stati destinati agli Usa dove si fa conoscere con il nome 1900 Sport Coupé.
È al Salone di Francoforte del 1975 che fa la sua prima apparizione la Manta-B con una linea non più arrotondata ma spigolosa e con fari anteriori di forma rettangolare. Fra le nuove motorizzazioni un 1.200 da 60 cavalli e, a partire dal 1977, un 2,0 litri ad iniezione elettronica da 110 cavalli per la versione più sportiva GT/e. La seconda generazione, con 742.389 unità prodotte fino al 1988, è stata l'Opel con la più lunga carriera commerciale, rimasta in listino per ben 13 anni.
Le fuoriserie
Le due versioni sono affiancate da alcune fuoriserie prodotte in serie limitata, alcune di queste accomunate dall'assenza del nome Manta e del marchio Opel dalla denominazione ufficiale. Alcuni di questi progetti, che consistono in puri interventi estetici e meccanici, sono stati firmati dal tedesco Irmscher, specializzato nel tuning di auto Opel.
Dalla Manta-A derivano le serie speciali Turbomanta, prodotta in soli 33 esemplari di cui 5 consegnati alla Opel e 28 destinati al mercato inglese, e la Manta TE 2800 rara già all'epoca realizzata in 79 unità, tutte dotate di un nuovo 6 cilindri da 2,8 litri che equipaggiava vetture come la Commodore e le ammiraglie Diplomat ed Admiral.
Sulla base della Manta-B, invece, è stata realizzata nel 1977 la i2800 con un motore da 155 cavalli. Disponibile anche nella livrea verniciata con colori sgargianti come blu, verde chiaro e giallo, che le valsero il soprannome di "uccello del paradiso", non superava i 27 esemplari. Più tardi, nel 1981, vide la luce la versione 400 destinata alle competizioni di rally ed equipaggiata con un 4 cilindri in grado di erogare 144 cavalli.