Ultimo aggiornamento  02 giugno 2023 20:18

Auto in Cina, forte ripresa a maggio.

Angelo Berchicci ·

Dalla Cina arrivano segnali incoraggianti per l’automotive. Dopo l’epidemia di coronavirus, che tra dicembre e marzo ha messo in ginocchio il mercato automobilistico locale, il paese asiatico sembra aver intrapreso la strada di una solida ripresa. A maggio la produzione automobilistica è infatti cresciuta del 18,2% rispetto a un anno prima, mentre le vendite sono aumentate del 14,5% su base annua.

Segnali di vitalità

Secondo i dati diffusi dalla Caam, l’associazione cinese dei costruttori, nell’ultimo mese vendite totali hanno raggiunto i 2,19 milioni di unità, +15,9% nella produzione e +10,1% nelle vendite rispetto ad aprile, già in prima ripresa (+4,4% nelle vendite su base annua).

La rincorsa del mercato per recuperare il terreno perso negli ultimi mesi si è quindi amplificata, nonostante da gennaio a maggio si registri complessivamente una flessione del 24,1% nella produzione di automobili (che si fermano a 7,79 milioni di unità) e del 22,6% nelle vendite totali (7,96 milioni di unità).

Bene i veicoli commerciali

Prestazioni migliori provengono dai veicoli commerciali, la cui produzione a maggio ha raggiunto le 527mila unità, mentre le vendite hanno toccato quota 520mila unità, facendo segnare una crescita rispettivamente del 47,7% e del 48% su base annua. Nei primi 5 mesi dell’anno in Cina sono stati realizzati 1,83 milioni di veicoli commerciali, e ne sono stati venduti 1,85 milioni, una flessione dell’1,4% e dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nessuna ripresa per le elettrificate

Continua invece la crisi per il settore dei New energy vehicle (Nev), ovvero i veicoli elettrificati (secondo la normativa cinese, quelli completamente a batteria o ibridi plug-in). A maggio sono stati prodotti 84mila Nev, mentre le vendite si sono fermate a 82mila unità, in calo rispettivamente del 25,8% e del 23,5% su base annua.

Da gennaio a maggio la produzione di questi veicoli è crollata del 39,7% mentre le vendite sono diminuite del 38,7%, anche a causa dell’eliminazione degli incentivi statali che avevano portato a una grande espansione di questo settore negli anni precedenti.

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