LONDRA - Tesla starebbe cercando il luogo adatto dove costruire una nuova fabbrica di vetture elettriche nel Regno Unito. Le indiscrezioni in proposito circolano già da tempo e sono state indirettamente confermate da un documento del inistero del commercio estero di Londra che parla di “collaborazione con un partner per l’individuazione di un’area dove far nascere un polo produttivo e un centro ricerche dedicato alla mobilità elettrica”.
Una prova ulteriore è arrivata dal Times di Londra che ha raccontato di una rapida visita di Elon Musk in una zona dell’ovest del Paese, nelle vicinanze di Bristol. Secondo il giornale, il manager di origine sudafricana sarebbe atterrato a Luton (aeroporto a nord di Londra) in gran segreto nel corso di questa settimana per poi spostarsi, verosimilmente in elicottero, fino a “Gravity”, un’area di oltre 2,5 chilometri quadrati di estensione, sede fino a pochi anni fa di un centro della Bae Systems, colosso inglese del settore aerospaziale e della difesa e oggetto oggi di una grande riconversione industriale. Musk sarebbe poi ripartito dopo aver passato sul territorio britannico meno di 20 ore.
Incognita Brexit
La Gran Bretagna era già stata presa in considerazione da Tesla al momento di scegliere il sito del primo impianto europeo del costruttore che ha optato poi per la Germania, iniziando la realizzazione – non senza intoppi - di una nuova fabbrica poco fuori Berlino. La sede inglese sarebbe stata scartata soprattutto per il clima di incertezza provocato dalla Brexit che complica e non di poco i rapporti commerciali del Regno Unito con i partner internazionali.
Il dialogo tra Londra e Bruxelles sui legami tra la Gran Bretagna e l’Unione europea proseguono – senza significativi passi avanti a detta dei protagonisti – mentre si inizia a parlare anche di un possibile accordo bilaterale col Giappone, che avrebbe un capitolo dedicato proprio al settore automotive.
Problemi in casa
Mentre si discute del futuro di un possibile impianto nel Regno Unito, per Musk si è aperto un altro fronte di crisi, questa volta “domestico”. Secondo indiscrezioni raccolte dal Washington Post ci sarebbe un focolaio di coronavirus tra gli operai dell’impianto californiano di Fremont, oggetto nelle settimane passate di un violento scontro tra il costruttore (che contestava il "lockdown") e i responsabili della Contea di Alameda dove ha sede la fabbrica.
Il quotidiano non specifica l’entità del contagio ma se la situazione dovesse esser confermata non solo i rapporti tra Musk e i vertici amministrativi della Contea potrebbero tornare a peggiorare, ma si profilerebbero ulteriori difficoltà nel funzionamento della fabbrica che ha riaperto da poche settimane.