Ultimo aggiornamento  24 marzo 2023 23:41

Trump, auto e aragoste.

Redazione ·

Gli Stati Uniti potrebbero imporre tariffe sulle importazioni di automobili dal Vecchio continente se l’Unione europea non eliminerà i dazi (attualmente al 20%) sulle aragoste pescate nel nord Atlantico.

La minaccia viene direttamente dal presidente Donald Trump che l’ha formulata a Bangor, nel Maine, estremo lembo nord est del Paese, in un discorso davanti a un gruppo di rappresentanti delle associazioni dei pescatori. Il presidente ha parlato di “contatti in corso” e ha definito il negoziatore Usa a capo delle trattative - Peter Navarro - “il nuovo re delle aragoste”. “Se le cose non cambieranno imporremo una sovrattassa sulle loro vetture, per una cifra equivalente a quella che paghiamo noi sul pescato in Atlantico”, le parole di Trump. La stessa decisione potrebbe essere presa nei confronti della Cina, anch’essa colpevole di porre dazi troppo alti sui crostacei nord americani. Sul banco degli imputati pure il Canada, accusato di “pescare nelle nostre acque ma di trarre vantaggio dalla assenza di tariffe”.

Un negoziato sull’importazione di materiale ittico (gli Usa comprano all’estero l’85% del loro fabbisogno), tra cui le aragoste, è effettivamente in corso e l’anno passato l'allora responsabile della trattativa Robert Lighthizer aveva annunciato che un accordo era stato trovato. L'intesa non è mai diventata operativa.

Arma politica

Fin dall’inizio del proprio mandato nel 2016 Trump ha parlato molte volte di imporre dazi sulle auto provenienti dall’Europa, una mossa che avrebbe gravi ripercussioni sul settore già alle prese con la contrazione del mercato e con gli effetti della pandemia e ha utilizzato questa minaccia per indirizzare la politica dell’Unione europea.

Alla fine del 2019 gli esperti tedeschi del Center for Automotive Research (CAR) della Università di Duisburg-Essen hanno stimato un possibile danno per l’industria del Vecchio continente fino a 700 miliardi di euro entro il 2024, conseguenza di un calo delle vendite di oltre 34 milioni di vetture se gli Usa avessero effettivamente perseguito una politica di dazi.

Nel maggio dell’anno passato un rapporto del Dipartimento al Commercio Usa, aveva indicato le importazioni di auto europee come una “minaccia alla sicurezza economica degli Stati Uniti”.

L’ultima volta che il presidente americano aveva agitato lo spettro delle sanzioni è stato a gennaio del 2020 quando aveva parlato di tariffe al 25% se Gran Bretagna, Francia e Germania non lo avessero appoggiato nella crisi nei rapporti con l’Iran. 

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