E’ la Mini Moke a stimolare la creatività di alcuni carrozzieri italiani che, nella prima metà degli anni Sessanta, giocano anche loro alla trasformazione in chiave fuoristrada di utilitarie della produzione nazionale. Nel 1965, al Salone di Torino la Savio, da un’idea di Gianni Agnelli, presenta la sua Giungla, poi ribattezzata Jungla, utilizzando componenti meccaniche di origine Fiat.
A trazione posteriore
Con un occhio alle Jeep e alle camionette militari, la vettura ha un aspetto rustico e gradevole, perfettamente in sintonia con il ruolo di mezzo non certo adatto agli impieghi estremi, la trazione è soltanto posteriore, ma in grado di sopportare qualche strapazzo. Forme squadrate, completamente a cielo aperto (anche il parabrezza è ribaltabile in avanti), la Jungla può essere coperta con capote ed elementi laterali in tela, mentre la ruota di scorta è sistemata all’esterno nella parte posteriore e il tergicristallo, con motorino a vista, ha una sola spazzola. La gamma colori offerta è piuttosto ampia ma sono il rosso e il verde i preferiti.
Funzionale e sufficientemente spazioso per quattro persone l’abitacolo, ridotto all’osso negli allestimenti, con sedili rivestiti in finta pelle, divanetto posteriore con schienale abbattibile e strumentazione essenziale ripresa dalla Fiat 500 (tachimetro-contachilometri e qualche spia).
Motore della 600
Struttura di base e componenti tecniche fondamentali sono della 600 D, come il motore posteriore quattro cilindri 750 da 32 cavalli, ma retrotreno, differenziale e cambio sono della 600 Multipla e le ruote della 1100.
Scelte queste ultime per avere rapporti meglio sfruttabili e maggiore altezza da terra nei percorsi fuoristrada, dove la Jungla può comunque destreggiarsi (pendenza massima superabile 30 per cento, indice di ribaltamento trasversale 35 gradi e profondità di guado 21,5 centimetri). Peccato che un “primino”, un rapporto ridotto, sarà disponibile soltanto per un numero limitato di esemplari. Modeste, d’altra parte, le prestazioni nella guida normale, spingendo al massimo si possono raggiungere i 100 chilometri orari, però i consumi non sono mai esagerati.
In servizio
Nonostante un prezzo di listino di 900mila lire, non troppo economico, la vettura, ben realizzata artigianalmente, ha un discreto successo commerciale e ne vengono prodotte fino al 1974 circa 3.200 unità, in parte riservate anche a servizi pubblici, ai Carabinieri e alla Guardia Forestale.
Dopo la Jungla, la Savio tornerà sul tema con modelli derivati dalle Fiat 126 e 124 o dall’Autobianchi A112 e altri carrozzieri italiani si cimenteranno nel genere, da OSI a Moretti, dalla Mini Moke elaborata da Pavesi alla Ferves Ranger con meccanica 500 e quattro ruote motrici.