Come il Maggiolino, la 2CV o la Mini, la Fiat 500 non è stata soltanto simbolo d’intelligenza progettuale e successo commerciale, ma anche fenomeno di costume e oggetto delle più varie interpretazioni. Corsaiole a parte, stilisti e carrozzieri si sono cimentati nel tempo in veri e propri esercizi di creatività e fantasia trasformando un’auto, nata con vocazione assolutamente utilitaria, in fuoriserie o serie limitate di originale personalità.
Fra le mille metamorfosi che hanno accompagnato la vetturetta italiana nella sua lunga carriera, la Gamine di Vignale del 1967 è certamente una delle più stravaganti e riuscite. Una spider che guarda alle sportive degli anni Trenta, con un occhio alla 508 Balilla Coppa d’Oro, piccola icona Fiat anteguerra. Finto radiatore anteriore, fari montati sopra i parafanghi, portiere abbassate con funzione di poggiagomito e paraurti tubolari le donano un aspetto simpaticamente retrò, sottolineato inoltre da una gamma di colori vivaci.
Nome francese
A dare l’idea, il rappresentante francese del carrozziere di Torino che ispira anche il nome, “ragazzina” nella lingua d'Oltralpe, mentre struttura di base e componenti tecniche vengono riprese, praticamente senza modifiche, dalla 500 F, con un lieve incremento delle misure esterne del corpo vettura (3,02 metri di lunghezza). Il motore bicilindrico, posteriore raffreddato ad aria, offre sempre 18 cavalli e il cambio è il quattro marce, cosiddetto “a imbocco rapido”, privo di sincronizzatori.
Anche strumentazione e molta della componentistica derivano dalla gran serie, ma il volante può essere sostituito, come optional, da un due razze sportivo Fusina rivestito in pelle. Fra gli accessori a richiesta non mancano comunque neppure la capote, ruote a raggi, portapacchi, retrovisore esterno e, dal 1968, l’hard-top. Due soli i posti e un minimo spazio per i bagagli, oltre che nel vano anteriore, viene ricavato dietro i sedili. Nonostante la modesta potenza, il peso ridotto permette qualcosa di più in fatto di prestazioni rispetto al modello normale e la spiderina di Vignale è così in grado di raggiungere i 105 chilometri orari, non negandosi perfino qualche partecipazione agonistica.
Piccola produzione
Prodotta in circa 400 unità fino al 1971, ad un prezzo base di 580mila lire (un centinaio in più della 500 F), la Gamine si inserisce in un filone che in quegli anni vede nascere in Italia altre vetture d’intonazione retrò, come l’Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote di Zagato realizzata in una ottantina di esemplari, con meccanica Giulia ed evocativa della sua storica 6C 1750 del 1930, la Erina della carrozzeria Zanella di Parma, sempre su base 500, o la Spring della Siata, di derivazione Fiat 850, che otterrà i migliori risultati commerciali raggiungendo le 3.500 unità vendute.