Ultimo aggiornamento  01 aprile 2023 07:25

Incentivi auto, lite in maggioranza.

Marina Fanara ·

È un braccio di ferro nella maggioranza sugli incentivi alle auto: ieri il Pd li ha sostenuti tramite il sottosegretario allo Sviluppo economico Alessia Morani che ha manifestato l'intenzione di presentare un emendamento al decreto Rilancio, attualmente in fase di conversione in Parlamento, per estendere le agevolazioni sull'acquisto di veicoli ecologici (ibride ed elettriche) anche alle auto tradizionali di ultima generazione (benzina e gasolio Euro 6). Il M5Stelle però si oppone.

Stando a quanto dichiarato dal sottosegretario Morani, in particolare, "dobbiamo cogliere l'occasione della conversione del dl rilancio, per rimodulare l'ecobonus estendendolo alle motorizzazioni tradizionali più all'avanguardia, che consentiranno anche l'abbattimento delle emissioni". Una scelta dettata anche dalla necessità di aiutare i costruttori a smaltire le auto nuove a motore termico (stimate in circa 350mila unità) ferme sui piazzali a causa dell'emergenza coronavirus.

M5Stelle: guai tornare al passato

I pentastellati, però, sono decisamente contrari. Lo hanno detto a chiare lettere tutti gli esponenti delle commissioni Ambiente, Trasporti e Attività produttivi nei rispettivi interventi alla Camera dei deputati: "Incentivare il ricorso alle auto più inquinanti è anacronistico e va in controtendenza rispetto alle scelte, già adottate da alcune città, di vietare la circolazione di autovetture alimentate con combustibili fossili a partire dal 2024".

"Dovremmo piuttosto lasciarci alle spalle auto a motore termico per favorire trasporti pubblici efficienti e veicoli a uso privato ecologici o a basse emissioni, come l'auto elettrica. Lo vogliono anche gli italiani: in un sondaggio di Greenpeace, il 37% degli intervistati chiede che si punti sulla mobilità sostenibile", aggiungono i deputati 5Stelle, sottolineando che "per migliorare la qualità dell'aria e della vita nelle nostre città è indispensabile puntare sulla decarbonizzazione e sul ricorso alle tecnologie meno inquinanti di cui disponiamo, favorendo le scelte più ecocompatibili. Ogni euro usato per incentivare queste soluzioni è un importante stimolo alla loro diffusione: oggi più che mai, non possiamo disperdere energie e risorse nel sostegno a tecnologie che ci farebbero tornare pericolosamente al passato".

Fiom: più incentivi ai meno abbienti

Nella disputa intervengono anche i sindacati dei lavoratori automotive che chiedono al governo un sostegno per far ripartire il settore, ormai ginocchio, e salvaguardare l'occupazione. "Non è più rinviabile un intervento del governo, come negli altri Paesi europei, che possa far ripartire il settore attraverso un piano di rilancio", dichiara Michele De Palma, segretario nazionale Fiom e responsabile auto, "alla luce dei dati del mercato e della cassa integrazione, chiediamo al premier Giuseppe Conte un confronto per raggiungere un accordo che garantisca innovazione ecologica e occupazione". La Fiom, in particolare, auspica un accordo tra governo, sindacati, Fca, Cnh e aziende della filiera e incentivi sui veicoli elettrici e ibridi con benefici maggiori alle fasce di popolazione con redditi medio-bassi.

I rappresentanti Fiom hanno messo nero su bianco preoccupazioni e proposte in uno specifico documento inviato al presidente del Consiglio e alla compagine di governo dove viene analizzato l'impatto del Covid-19 sui livelli occupazionali dell'industria automobilistica e i suggerimenti per rilanciare il settore, tra cui anche "la costituzione di una agenzia o task force interministeriale che dia sistematicità e coerenza agli strumenti (decreto liquidità, rilancio, ammortizzatori sociali, formazione) avvalendosi oltre che dei protagonisti diretti anche di università e politecnici che fanno ricerca sullo sviluppo della mobilità".

Quanto agli incentivi per il rinnovo del parco circolante pubblico e privato mirato ad abbattere le emissioni, secondo la Fiom è necessario "un piano di sostegno per conciliare l'immissione nel mercato, di quanto prodotto in Italia e stoccato nei magazzini in numero tale da favorire la complessiva ripresa dell'attività produttiva. Inoltre, occorre accelerare il rinnovo delle flotte degli enti pubblici attraverso la previsione di appalti per l'acquisto o il noleggio di auto elettriche, autobus a trazione alternativa, treni e tram prodotti in Italia".

Infine il capitolo Fiat Chrysler Automobiles (Fca): "Un'azienda strategica per l'economia nazionale", dice la Fiom sottolineando come necessaria una presenza dello Stato nel suo capitale azionario (come nel caso del governo francese con Psa). In particolare, secondo la rappresentanza sindacale, l'accordo con Fca dovrebbe prevedere l'ambientalizzazione delle produzioni, delle fabbriche e dei prodotti, la tutela delle lavoratrici, dei lavoratori e dei salari, la riforma degli ammortizzatori sociali e il mantenimento della capacità di ricerca-sviluppo e produzione. 

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