Nel corso di una visita a una fabbrica di Valeo, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato un ampio piano di aiuti all’industria dell’auto, il primo in Europa seguito alla pandemia che ha messo a terra l'intero settore. Il governo mette sul piatto 8 miliardi di euro, in cui sono compresi sia incentivi all’acquisto che sovvenzioni a tutta la filiera: "Un piano storico per una situazione storica"
"Un milione di elettrificate all'anno"
“Abbiamo bisogno di un obiettivo motivazionale – ha detto il presidente – fare della Francia in dieci anni uno dei primi produttori al mondo di veicoli puliti, con oltre un milione di auto elettriche e ibride ogni anno per i prossimi cinque”.
Gli incentivi pubblici all’acquisto aumentano da 6 a 7mila euro per un’auto elettrica, diventano 2mila per una ibrida plug-in (con una percorrenza in elettrico non inferiore a 50 chilometri) , in entrambi i casi rottamando un’auto vecchia e inquinante. Nei primi quattro mesi dell'anno, i veicoli a batteria hanno rappresentato il 10% del mercato francese. Previsti incentivi anche di 3mila euro per chi acquista un'auto diesel o benzina di ultima generazione sempre al posto di più inquinante.
Il programma inizierà l’1 giugno. Complessivamente, ci sono a disposizione 1,3 miliardi come incentivi riguardanti anche le auto in stock. Macron ha aggiunto che la Francia spingerà poi l’acceleratore sullo sviluppo della guida autonoma oltre che dell’elettrificazione, grazie a investimenti pubblici come risposta del settore alla crisi per il coronavirus.
Produzione resti in Francia
Il presidente ha poi specificato che tutti i modelli costruiti adesso in Francia dovranno continuare a essere prodotti soltanto nel Paese. Una condizione che riguarda in prima battuta Renault, che ha chiesto un prestito da 5 miliardi sul quale manca la firma del governo finché, ha spiegato Macron – impresa e sindacati non troveranno un accordo sul lavoro e sulle fabbriche in Francia. Venerdì 29 maggio il costruttore dovrebbe annunciare un pesante piano di tagli da almeno 2 miliardi in tre anni per il quale sono ancora in corso trattative con i rappresentanti dei lavoratori.