Ultimo aggiornamento  02 giugno 2023 06:14

Cina, quali aiuti chiedono i costruttori.

Redazione ·

E’ in corso di svolgimento a Pechino la tredicesima Assemblea Nazionale del Popolo, la sessione annuale del parlamento cinese, prevista inizialmente per marzo ma rinviata a causa della epidemia di coronavirus. In questa occasione i principali leader dei costruttori automobilistici nazionali hanno presentato alla politica le proposte del settore per uscire dalla crisi che ha colpito il mercato, il più grande al mondo.

Il ventaglio di suggerimenti va dalla richiesta di una maggiore attenzione – anche attraverso una politica di incentivazione – verso le auto elettriche, soprattutto le “piccole”, a una diversa politica fiscale e una più capillare integrazione tra la politica nazionale e quelle delle varie regioni.

Le proposte di Geely 

Il presidente del gruppo Geely Li Shufu, come quasi tutti i suoi colleghi membro del Congresso del Partito Nazionale, ha proposto che la tassa sull’acquisto delle auto – oggi di totale pertinenza statale e che nel 2019 è valsa la cifra di oltre 49 miliardi di dollari – venga invece condivisa anche con i governi locali.

Secondo il manager, questa mossa consentirebbe alle regioni di avere un introito maggiore e soprattutto le spronerebbe a favorire una crescita del mercato. Per Li Shufu gli introiti potrebbero essere utilizzati per costruire strade, parcheggi e colonnine di ricarica, aiutando quindi l’industria che potrebbe beneficiare anche di sostegno economico per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie.

Più attenzione alle elettriche

“Favorire la mobilità elettrica aiutando il mercato delle auto a batteria per la città". Questa la principale proposta lanciata da Wang Fengying, presidente di Great Wall Motors che ha lamentato come negli ultimi anni ci si sia concentrati soprattutto sui suv, più costosi e inquinanti. La Wang ha chiesto anche attenzione allo sviluppo della mobilità a idrogeno – considerata potenzialmente la più “pulita” – per la quale serve, a suo dire, un piano nazionale.  

Meno restrizioni

Il presidente di Saic Motors - Chen Hong – sottolinea la necessità che le autorità delle varie città alleggeriscano le restrizioni all’uso dell’auto nei grandi centri urbani, una misura presa soprattutto per allentare la morsa della congestione sulle strade.

Chen vorrebbe molti più investimenti sulla tecnologia di gestione del traffico come i big data e le applicazioni dell’intelligenza artificiale che può aiutare a gestire il controllo dei flussi. Per questo, dice il numero uno del gruppo di Shanghai, serve lavorare sulla diffusione del 5G e sulla crescita di zone dedicate alla sperimentazione delle auto connesse e autonome, come nella regione del delta dello Yangtze.

Sviluppo tecnologico

“Costruttori di auto e di infrastrutture devono lavorare insieme per realizzare delle città più smart”. Questo il suggerimento di Xu Heyi, presidente del gruppo Baic e membro del Cppcc (Chinese People's Political Consultative Conference), un organo consultivo del governo di Pechino.

Per il manager, l’altra grande sfida per la quale devono essere utilizzate ingenti risorse è quella dello sviluppo di batterie più performanti che permettano alle auto elettriche maggiore autonomia. Anche se la Cina è il primo mercato al mondo per questo tipo di auto, Xu Heyi si augura che la tecnologia possa evolvere rapidamente e soddisfare le sempre maggiori richieste degli acquirenti.

Sistema in crisi

Della crisi del mercato auto in Cina – dovuta in particolare alla pandemia di Covid-19 – ha parlato invece Zeng Qinghong, numero uno del gruppo Gac, il quale ha ricordato come nei primi 4 mesi del 2020 si siano vendute in Cina 5,76 milioni di auto, un terzo meno dello stesso periodo dell’anno precedente. Zeng Qinghong ha chiesto quindi un taglio delle tasse per i costruttori e un alleggerimento delle restrizioni all’uso delle quattro ruote private nelle grandi città, anche tramite la revisione degli standard sulle emissioni.

Alla luce anche dei recenti fatti di cronaca, Zeng ha poi proposto la creazione di un polo di sviluppo della mobilità elettrica in determinate zone del Paese maggiormente instabili, come la provincia di Guangdong e l’area di Macao e Hong Kong.

Comprare cinese

Favorire l’industria nazionale, spingendo governo, personalità politiche e anche celebrità del mondo dello spettacolo e dello sport ad acquistare auto made in China. Questa è la proposta avanzata da Zhu Huarong, presidente di Changan Auto che ha lamentato la supremazia dei marchi stranieri e rivendicato la grande qualità raggiunta dai prodotti del suo Paese. 

Zhu Huarong ha poi chiesto un aiuto consistente alla diffusione delle auto elettriche, da ottenere anche tramite la possibilità di usufruire di parcheggi gratuiti e soprattutto di una rete capillare di punti di ricarica. 

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