Il governo francese è determinato a far sì che Renault mantenga inalterato il livello occupazionale nel Paese. Parlando al Senato, il Primo Ministro Edouard Philippe ha insistito sulla necessità di preservare la produzione in Francia, rispondendo così alle voci secondo cui la Casa sarebbe intenzionata a chiudere tre o quattro impianti all’interno del Paese. La Francia deve rimanere “il centro della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo di Renault” ha affermato Edouard Philippe.
Tagli all'orizzonte
Lo scorso febbraio la Casa aveva annunciato un programma di tagli per 2 miliardi di euro nel corso di tre anni. In quell’occasione Clotilde Delbos, ceo ad interim di Renault, affermò che “non ci sarebbero stati tabù e che tutte le possibili opzioni sarebbero state valutate assieme ai sindacati”, con i quali la dirigenza del gruppo si riunirà lunedì prossimo per discutere il piano, che dovrà tenere conto anche dei danni inferti al comparto automotive dall’epidemia di coronavirus.
Secondo il quotidiano finanziario Les Echos il gruppo avrebbe infatti ampliato il programma di tagli, che ora dovrebbe comprendere la chiusura di almeno tre siti in Francia, tra cui quello di Flins, a nord di Parigi dove viene prodotta la Zoe, e quello di Dieppe, utilizzato anche da Alpine. Secondo le voci, non confermate dall’azienda, ai due stabilimenti - che in totale occupano 3mila persone - si dovrebbero aggiungere uno o due siti legati alla produzione di motori o di altre componenti.
Inoltre, di recente fonti interne all'azienda hanno dichiarato a Reuters che il prossimo piano industriale del gruppo avrebbe visto un drastico taglio nel numero di modelli (con l'addio alle monovolume Scénic ed Espace), come ulteriore effetto del programma di riduzione dei costi.
La sfida di de Meo
Si tratta di una sfida in più per Luca de Meo, che dal 1 luglio diventerà il nuovo ceo del costruttore. Al suo arrivo il manager italiano troverà una Renault che ha chiuso il 2019 con vendite globali in calo del 3,4% e ha registrato la prima perdita in bilancio dal 2009, con un passivo di 141 milioni. Come tutti i costruttori, anche la Casa francese è stata colpita duramente dall’epidemia di coronavirus: nel primo trimestre dell’anno le vendite globali sono crollate del 25,9%.
De Meo dovrà conciliare le necessità di riduzione dei costi con le richieste del governo in termini occupazionali. Lo Stato francese detiene infatti il 15% del capitale azionario di Renault che, per superare la crisi di liquidità dovuta al calo delle vendite ha recentemente chiesto un prestito di 5 miliardi di euro con garanzia dello Stato.
Il nuovo Ceo dovrà anche affrontare i difficili rapporti con l’alleata Nissan, la quale ha annunciato a sua volta un programma, che sarà formalizzato a fine maggio, per risparmiare 2,5 miliardi di euro, come parte di una più ampia ristrutturazione che porterebbe la Casa giapponese a limitare il suo ruolo in Europa e a concentrarsi su Cina, Giappone e Nord America.