Nel Decreto Rilancio del governo Conte vi è un grande assente: le infrastrutture stradali. Per la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale e autostradale bisognerà aspettare almeno altri 15 giorni e il Decreto Semplificazioni.
Le norme, inizialmente previste nel Decreto Rilancio, sono state infatti stralciate all'ultimo minuto per non rendere ulteriormente corposo il provvedimento, che già conta 256 articoli, e postate nel prossimo intervento volto a snellire le procedure burocratiche che rallentano la realizzazione di interventi pubblici e privati per opere di manutenzione.
Un doppio pacchetto
Il nuovo decreto, annunciato dal premier Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa sulle riaperture del 18 maggio, dovrebbe essere costituito da un doppio pacchetto. Il primo confluirà nel decreto vero e proprio, con alcune misure di velocizzazione dei percorsi di affidamento previsti dal Codice degli appalti. Il secondo sarà allegato al Documento di economia e finanza, e comprenderà nomine e stanziamenti economici: le prime indiscrezioni parlano di 200 miliardi in 15 anni per sbloccare i cantieri e 12 commissari per accelerare la realizzazione di 25 opere pubbliche strategiche.
Incremento del traffico in vista
Come dimostrato in occasione della ricostruzione del Ponte Morandi, è possibile realizzare un’opera pubblica di grande complessità in tempi ragionevoli se coadiuvati da procedure amministrative snelle. Un’esigenza resa ancor più urgente dal probabile incremento del traffico veicolare che si verificherà nei mesi a venire, come risultato della maggior propensione ad utilizzare le autovetture private.
Una situazione che rischia di pesare ulteriormente sul grave stato di degrado nel quale versa la nostra rete viaria, come reso evidente dall’ulteriore cedimento di un viadotto, fortunatamente senza vittime, avvenuto lo scorso 8 aprile sul fiume Magra. “Ogni giorno perso per semplificare e snellire le procedure e le norme che ci impediscono di lavorare si traduce in mesi di ritardo per gli interventi sul territorio”, ha dichiarato Gabriele Buia, presidente dell’Associazione nazionale di costruttori edili.
Necessari almeno 42 miliardi
Secondo i dati della Fondazione Caracciolo, centro studi dell’ACI, la rete viaria extraurbana nazionale è composta da 6.493 chilometri di arterie autostradali, 20.786 chilometri di strade gestite dall’Anas, 132mila chilometri di gestione provinciale e 23.237 chilometri affidati alle regioni.
Il fabbisogno annuo per la manutenzione della sola rete secondaria si attesta attorno ai 6,1 miliardi di euro. Considerati tuttavia gli arretrati manutentori accumulatisi negli anni, la Fondazione stima che uno stanziamento straordinario adeguato dovrebbe ammontare ad almeno 42 miliardi di euro.