Ultimo aggiornamento  02 giugno 2023 10:35

Volkswagen EA 266, abbasso il motore.

Angelo Berchicci ·

Per Volkswagen il passaggio dal Beetle alla Golf non è stato semplice né lineare. Prima di dare vita alla famosa compatta a trazione anteriore, la Casa tedesca, in cerca di un degno erede per l’ormai vecchio Maggiolino, sviluppò una serie di progetti che furono poi accantonati. Il più originale di questi era conosciuto con il nome di EA266: si trattava di un’utilitaria a trazione posteriore con motore centrale posizionato sul fondo. Un’architettura inedita che presenta alcune somiglianze con l’elettrica Volkswagen ID.3.

Sviluppata da Porsche

La EA266 vide la luce a partire dal 1969 per mano di un team di ingegneri Porsche, guidato da Ferdinand Piech, allora a capo del settore sviluppo della Casa di Stoccarda. Kurt Lotz, ceo di Volkswagen, chiese espressamente di realizzare un veicolo che si distaccasse dal Maggiolino e da quello che era l’unico schema utilizzato dalla Casa, ovvero motore boxer raffreddato ad aria montato a sbalzo sull’asse posteriore. Il risultato fu una vettura a tre porte dalle dimensioni ridotte, ma con un abitacolo piuttosto spazioso e ben 650 litri a disposizione per i bagagli, distribuiti tra un vano ricavato nell’avantreno e il bagagliaio posteriore.  

Il segreto stava nel particolare schema meccanico, per cui gli ingegneri Porsche si erano ispirati ad alcuni prototipi scartati della 911: il motore, un quattro cilindri in linea da 1,6 litri raffreddato a liquido, era collocato tra i due assi, in posizione “distesa”, di modo che potesse trovare posto nella parte bassa della vettura, al di sotto dei sedili posteriori. Cambio e frizione erano posti sul differenziale, dando vita quindi a una sorta di schema transaxle.

La fine del progetto

Della EA266 furono prodotte circa 50 unità e sulla sua base venne progettata un’intera famiglia di vetture, che includeva anche una spider, una station wagon e un veicolo commerciale. Nel 1971, tuttavia, il progetto venne bocciato dal nuovo ceo di Volkswagen, Rudolf Leiding. Appena tre settimane dopo essere entrato in carica, il manager ordinò a Porsche di fermare ogni attività relativa al progetto EA266 e di distruggere tutti gli esemplari costruiti.

Secondo Leiding la vettura era troppo complessa e costosa da realizzare, e avrebbe costretto Volkswagen a stabilire un prezzo maggiore di quello delle rivali. Inoltre, il posizionamento del propulsore creava problemi di accesso per la manutenzione, ed esponeva l’abitacolo a un'eccessiva quantità di calore e di rumore. Singolare fu il modo con cui Porsche decise di disfarsi dei prototipi, ovvero schiacciandoli con alcuni prototipi di carri armati Leopard 1, che la Casa produceva per l’esercito della Germania Ovest. Due esemplari di EA266, tuttavia furono risparmiati, e ora trovano posto nel museo Volkswagen a Wolfsburg.

Per il successore del Maggiolino Leiding scelse una ricetta più semplice: ispirandosi alla Fiat 128 e ai modelli dell’Auto Union, di cui Volkswagen aveva la proprietà, ordinò di progettare un’auto a motore anteriore e trazione anteriore. Pochi anni dopo, nel 1974, nacque la Golf, disegnata da Giugiaro.

Somiglianze con la ID.3

Guardando la sezione laterale del progetto EA266 viene in mente un’altra vettura della Volkswagen, l’elettrica di nuova generazione ID.3, il cui debutto è atteso per l’estate. Un modello fondamentale per la Casa tedesca, che la ritiene il terzo capitolo nella sua storia (da cui il numero 3 nel nome), dopo Beetle e Golf. La somiglianza tra le due vetture deriva dal fatto che la nuove piattaforma MEB della ID.3 permette di ospitare le batterie sul fondo, con l'unità elettrica posizionata sull’asse posteriore.

Entrambe le auto, quindi, sono spinte dalle ruote posteriori e hanno le componenti che servono a fornire la trazione concentrate nella parte inferiore. Come risultato, le vetture hanno un baricentro basso e sono particolarmente spaziose perché tutta la loro lunghezza può essere sfruttata per occupanti e bagagli.

Infine, ad accomunare ID.3 ed EA266 c'è il ridotto sbalzo anteriore e posteriore e il passo elevato se rapportato con la lunghezza complessiva del veicolo. Difficile che Volkswagen abbia preso spunto dalla sfortunata concept per la sua nuova elettrica, ma a volte il passato ritorna sotto forme inaspettate.   

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