Ultimo aggiornamento  09 giugno 2023 07:54

Chevrolet Corvette, tutti la vogliono.

Angelo Berchicci ·

Negli Usa la nuova generazione di Chevrolet Corvette, la prima della storia con motore posteriore-centrale, sta andando a ruba. Presentata nel 2019, la C8 è stata un azzardo da parte di Chevrolet, che ha deciso di abbandonare il classico schema a motore anteriore, così come il tetto in tela sulle versioni convertibili, sostituito da una copertura rigida chiudibile elettronicamente. Una scelta che, nonostante qualche scetticismo iniziale da parte dei fan più tradizionalisti, sembra aver pagato: per il 2020 sono già stati chiusi gli ordini, che quindi ripartiranno solo nel 2021.

Un ottimo investimento

A chi non vuole aspettare il prossimo anno non rimane che rivolgersi alle concessionarie private, dove le quotazioni della vettura stanno rapidamente aumentando. I pochi esemplari di Corvette 2020 in circolo riescono a spuntare un prezzo superiore rispetto a quello di listino, come l'esemplare in foto, venduto in un'asta online per 96mila dollari (88.600 euro) da una concessionaria del Wisconsin, ovvero 12mila dollari (11mila euro) in più rispetto al prezzo suggerito da Chevrolet.

In questo caso l'auto è nuova (non è ancora stata immatricolata), come dimostrano le appena 8 miglia percorse e le protezioni sui sedili e sul volante, ma curiosando sui siti americani di annunci non è raro incappare in qualche privato che ha deciso di vendere la sua fiammante Corvette 2020 a una cifra maggiore rispetto a quella di acquisto, nonostante si tratti tecnicamente di una vettura usata.  

Ritardi nella produzione

A rendere la Corvette 2020 un ottimo investimento per i fortunati che sono riusciti ad accaparrarsene un esemplare non ci sono solamente le caratteristiche tecniche di pregio, con il 6,2 litri V8 che eroga 495 cavalli, accoppiato al cambio doppia frizione a 8 rapporti (per la prima volta sulla Corvette non è disponibile il manuale). Quella della nuova “Vette” è una vera e propria bolla, dovuta sia a una domanda più forte delle aspettative, sia a una serie di imprevisti che ne hanno rallentato la produzione.

I primi esemplari sarebbero dovuti uscire dallo stabilimento di Bowling Green a dicembre 2019, ma uno sciopero del sindacato Uaw ha fatto slittare l’avvio della produzione alla fine di febbraio 2020. A complicare le cose, dopo meno di un mese è arrivata l’epidemia di coronavirus, che ha costretto General Motors, come tutti i costruttori, a sospendere le attività. Tale è il ritardo accumulato che persino durante il "lockdown" Chevrolet ha mantenuto aperto l’impianto di Bedford, dove vengono assemblate le scocche della Corvette, che ha continuato a funzionare, seppur a ritmi minimi, con soli 20 lavoratori al posto dei 250 normalmente impiegati.

Un modello fondamentale 

La Corvette è un modello fondamentale per il gruppo americano, e non solo dal punto di vista dell’immagine. In un prospetto elaborato a novembre 2019, la banca d’investimento Morgan Stanley ha previsto che nel 2020 la Corvette dovrebbe costituire il 2% di tutti i ricavi di General Motors, ovvero circa 3,3 miliardi di dollari, grazie a un margine del 16,5%, che fa della Corvette il modello più profittevole del gruppo.

Questi dati, tuttavia, si basano sull’ipotesi che, come avvenuto in passato, nel primo anno di commercializzazione Chevrolet riesca a vendere 35mila esemplari di Corvette, per poi stabilizzarsi attorno ai 15mila annui. Un traguardo che oggi sembra difficile da raggiungere: quando il 20 marzo scorso la Casa ha chiuso gli ordini per la sua sportiva, Kai Spande, il direttore della fabbrica di Bowling Green, ha affermato che Chevrolet fino ad ora è riuscita ad assemblare solamente 2.700 Corvette C8.

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