La Formula 1 cambia per sempre il primo maggio 1994 quando Ayrton Senna chiude gli occhi e vola via. Gli anni Novanta erano cominciati come il logico proseguimento del decennio precedente con le nuove puntate della battaglia tra Senna e Prost proseguita anche una volta che il Professore ha cambiato squadra passando prima alla Ferrari e poi alla Williams. Sono gli anni delle sospensioni attive che trasformano la Williams motorizzata Renault e portano al meritato titolo Nigel Mansell, il Leone tanto caro ai tifosi ferraristi che nel frattempo si innamorano anche di un francesino di origini siciliane, Jean Alesi che alla Scuderia donerà il suo cuore.
Rivalità estrema
Quello che succede alla prima curva del Gran premio del Giappone del 1990 resterà per sempre nella memoria degli appassionati: Ayrton Senna butta deliberatamente fuori pista Alain Prost che con la Ferrari stava combattendo per il titolo (lo confesserà lui stesso un anno dopo sempre a Suzuka). È un incidente che chiude quel mondiale, ma lascia apertissima la ferita tra i due che si rimarginerà solo alla vigilia del Gp di San Marino 1994 quando Senna dirà via radio “Alain mi manchi” al Prost diventato ormai commentatore tv. Con la loro rivalità la loro guerra si sono spinti l’un l’altro oltre ogni limite, un po’ come Messi e Ronaldo nel calcio di oggi.
"Quelli che fabbricano maglioni"
Prima di quel maggio maledetto che in meno di 24 ore si è portato via il più grande, tre volte campione del mondo, Ayrton Senna, e l’ultimo della fila, al terzo gran premio della sua carriera, Roland Ratzenberger, la Formula 1 era vissuta sui soliti duelli. Da quel giorno tutto è cambiato: la Federazione Internazionale e Bernie Ecclestone hanno cominciato a lavorare sulla sicurezza in modo incessante.
La scena l’hanno presa in mano Michael Schumacher e la Benetton di Flavio Briatore. “Quelli che fabbricano maglioni”, come li chiamava l’avvocato Agnelli hanno dato lezioni al mondo, ribaltato antiche gerarchie, lasciato a bocca asciutta i vecchi garagisti inglesi. Schumacher arrivato a sorpresa in Formula 1 per sostituire un pilota (il belga Gachot) finito in galera per aver litigato con un tassista londinese, non se ne è più andato. Dopo una gara in Jordan era già in Benetton. Dopo due mondiali in Benetton era già in Ferrari a far ripartire la ricostruzione di una squadra ancora a digiuno dal 1979. Prima di cominciare a vincere in Ferrari dovrà però attendere. Fare una figuraccia contro Villeneuve, perdere contro Hakkinen e rompersi anche una gamba (Silverstone 1999).
Gli anni Novanta in cifre:
Gran premi: 162
Campioni del mondo (7): Schumacher (2), Senna (2), Hakkinen (2), D.Hill, Mansell, J.Villeneuve, Prost.
Vicitori (17): Schumacher (35), D.Hill (22), Senna (21), Mansell (16), Hakkinen (14), Prost (12), J.Villeneuve (11), Coulthard (6), Berger (5), Irvine (4), Patrese (4), Frentzen (3), Herbert (3), Piquet (3), Alesi, Boutsen, Panis.
Scuderie Vincitrici (7): Williams (61), McLaren (43), Ferrari (28), Benetton (25), Jordan (3), Ligier (1), Stewart (1).