Gli anni Ottanta sono quelli della Formula 1 da bere, si potrebbe dire parafrasando un celebre spot pubblicitario in voga all'epoca. Sono gli anni dei motori turbo che innalzano la potenza fino a mille cavalli e di un affollamento di campioni da ristorante a tre stelle.
Parata di stelle
Basta dare un’occhiata tra i 21 piloti che hanno vinto almeno un Gran premio. Finisce l’era Lauda, ma comincia quella di Prost, Senna, Piquet, Mansell e dei nostri grandi nomi come Alboreto, Patrese, De Angelis e Nannini. Anni ricchi. Anche di dolori, purtroppo. Le morti in pista di Gilles Villeneuve, Patrick Depailler, Riccardo Paletti e Elio De Angelis, gli incidenti che hanno cambiato la vita a Pironi, Regazzoni e Laffite. La Formula 1 comincia a diventare uno spettacolo televisivo mondiale, Bernie Ecclestone prende in gestione i diritti commerciali del campionato e intraprende la trasformazione dello sport in business. Ci sono stagioni in cui si deve ricorrere alle prequalifiche perché ci sono troppe squadre iscritte. Anche per la Formula 1 gli anni Ottanta sono quelli dell’opulenza.
Mito Gilles
Gilles Villeneuve entra negli anni Ottanta convinto che stia arrivando il suo momento, dopo aver aiutato Scheckter nella conquista del titolo 1979. Ma proprio nell’anno in cui ha tra le mani una Ferrari imbattibile, uno dei capolavori di Mauro Forghieri, la sua stella si spegne in una curva di Zolder l’8 maggio 1982.
La lite di Imola con il suo vecchio amico Pironi lo aveva trasformato e quel sabato stava inseguendo con gomme vecchie un giro record proprio per battere il suo compagno. Il destino poi fu fatale anche con Pironi, che in Germania ci lasciò gambe e sogni mondiali. Quella Ferrari era imbattibile, ma i suoi eroi erano uomini. Mortali.
Poker di campioni
L’immagine simbolo di quegli anni è quella che ritrae seduti l'uno accanto all'altro sul muretto dei box di Estoril Senna, Prost, Piquet e Mansell. I loro duelli hanno spesso passato anche i limiti, ma ancora oggi vale la pena ricordarli.
Prost, dopo aver raccolto l’eredità di Lauda - che lo batte per l’ultima volta di mezzo punto nel 1984 - si ritrova tra i piedi un giovane brasiliano con lo sguardo malinconico che però riempie di gioia chi lo vede guidare. Ayrton Senna si presenta al mondo sotto il diluvio del Gp di Monaco 1984, gli basteranno dieci anni per diventare immortale nel cuore degli appassionati.
La McLaren di Ron Dennis prova a metterli insieme. Diventa uno squadrone imbattibile, ma anche più difficile da maneggiare di una boccetta di nitroglicerina. Dal Gran premio di San Marino del 1989, quello in cui Berger sopravvisse alle fiamme del Tamburello, non si parleranno più. Ma cominceranno a prendersi a sportellate trasformando la pista di Suzuka nel peggior saloon del mondo orientale. Averne di campioni come loro.
Gli anni Ottanta in cifre:
Gare: 156
Campioni del Mondo (6): Prost (3), Piquet (3), Senna (1), Lauda (1), K. Rosberg (1), Jones (1)
Vincitori (21): Prost (39), Piquet (20), Senna (20), Mansell (15), Lauda (8), Arnoux (7), Jones (7), Berger (5), Alboreto (5), Rosberg (5), Watson (4), Reutemann (3), Laffite (3), Pironi (3), De Angelis (2), Boutsen (2), Patrese (2), Tambay (2), G.Villeneuve (2), Jabouille (1), Nannini (1).
Scuderie Vincitrici (8): McLaren (56), Williams (37), Ferrari (18), Brabham (15); Renault (14), Lotus (8), Ligier (4), Benetton (2), Tyrrell (2)