Ultimo aggiornamento  21 marzo 2023 09:46

F1, tutta la storia: gli anni '70.

Umberto Zapelloni ·

Gli inglesi raccontano che negli anni Settanta la Formula 1 era un parco giochi per gli spiriti liberi. Gli anni del rock’n roll in cui nacquero molte leggende, passando dai figli dei fiori alle discoteche, per ripartire dopo le contestazioni del ’68.

In F1 si muore ancora troppo

Il decennio comincia con l’unico campione del mondo della storia alla memoria: Jochen Rindt (nella foto insieme a Colin Chapman). Muore in pista a Monza il 5 settembre 1970 e nessuno riuscirà più a superarlo in classifica. Il suo manager è un piccolo uomo che diventerà molto grande: Bernie Ecclestone. Sono anche gli anni in cui le mogli dei piloti sono sempre presenti in pista con un cronometro in mano. Sono amiche che si sorreggono a vicenda, in pochi anni molte di loro restano vedove: Nina Rindt, Patti McLaren, Sally Courage, Bette Hill. È proprio parlando con sua moglie Helen di quello che sta accadendo attorno a loro, Jackie Stewart decide di smettere dopo il terzo titolo mondiale, dopo soli 99 gran premi. Ha preferito vivere e lavorare per far vivere anche i suoi colleghi.

Determinato in pista come fuori, Jackie Stewart è stato il primo pilota a impegnarsi seriamente per la sicurezza. E quando, durante le prove di Watkins Glen nell’ottobre 1973, vede morire anche il suo giovane compagno di squadra François Cevert decide di smettere di colpo, senza aspettare l’ultima gara. “Sarei stato molto più polare se avessi sempre detto quello che la gente voleva sentirsi dire. Sarei molto più popolare, ma sarei anche morto”, diceva in quegli anni, anche se in quanto a popolarità di strada poi ne ha fatta parecchia diventando uomo immagini per decine di aziende non solo automobilistiche.

Supereroi in pista

I simboli degli anni Settanta sono due piloti che hanno avuto il coraggio di avere paura: Jackie Stewart e Niki Lauda. Lo scozzese ha smesso prima della sua centesima gara per salvare se stesso e i suoi colleghi; il ferrarista ha preferito ritirarsi dalla gara del Fuji nel 1976 che gli avrebbe garantito il Mondiale per non rischiare sotto un diluvio pazzesco. Hanno dimostrato come dentro quelle tute colorate ci fossero due uomini al di fuori del normale, due uomini che infatti hanno avuto successo in qualsiasi impresa si siano imbarcati. Jackie con la sua scuderia, le sue sponsorizzazioni, Niki con la sua linea aerea, le sue consulenze in Ferrari e in Mercedes.

Due campioni dentro e fuori

Tre titoli a testa, quel numero che fa la differenza tra i grandi e i grandissimi. Stewart smettendo presto ha lasciato il palcoscenico a Emerson Fittipaldi, il campione più giovane della sua epoca, l’uomo che ha ispirato almeno due generazioni di brasiliani come quelle di  Piquet e Senna. Lauda ha lasciato il mondiale 1976, quello diventato un film hollywoodiano, a James Hunt che forse rappresenta il prototipo del pilota degli anni Settanta, quello sempre pieno di ragazze, con la sigaretta in una mano, la birra o lo champagne nell’altra e i capelli alla Beatles. All’inizio faceva coppia con Lord Hesketh, sempre di bianco vestito, il primo a portare gamberi e champagne all’interno di un paddock. L’altra faccia della medaglia rappresentata da Stewart e Lauda. E forse anche per questo durata lo spazio di un mondiale in cui Hunt è stato in testa solo all’ultima gara.

Resurrezione Ferrari

Gli anni Settanta sono anche quelli della comparsa sulla scena di un giovane direttore sportivo ferrarista, Luca di Montezemolo, destinato a scrivere la storia della casa di Maranello in futuro. Sono anni che finiscono con la scomparsa a Monza di uno dei giovani più veloci e promettenti, Ronnie Peterson e l’esplosione della stella Villeneuve, un altro ragazzo che non vedeva i pericoli e esagerava sempre. Ha aiutato Scheckter a vincere il titolo nel 1979, aspettando il suo momento che non è mai arrivato. Ma la sua è una storia per i prossima dieci anni.

Nomi e numeri del decennio

Gare: 144.

Campioni del Mondo (7): Lauda (2), Stewart (2),  Fittipaldi (2), Andretti, Hunt, Scheckter, Rindt.

Vincitori (29): Lauda (17), Stewart (16), Fittipaldi (14), Andretti (12), Hunt (10), Peterson (10), Scheckter (10), Reutemann (9), Regazzoni, Ickx, Jones, Rindt (5), Villeneuve (4), Hulme, Laffite (3), Revsson, Depailler (2) e altri 12 piloti con una.

Scuderie vincitrici (14): Ferrari (37), Lotus (35), Tyrrell (21), McLaren (20), Brabham (8), Williams (5), Brm, Liguer (4), March, Wolff (3), Hesketh, Penske, Renault, Shadow (1).

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