La pandemia di coronavirus ha fatto lievitare anche i costi di molte componenti fondamentali per la costruzione delle auto. A dirlo, prevedendo un'ulteriore pressione sui profitti dei costruttori dopo la recessione del settore per l'emergenza sanitaria, è Stefan Sommer, membro del cda di Volkswagen per gli acquisti.
Pesa il regime ridotto nella produzione
Il colosso tedesco, che ha iniziato a riavviare la produzione nella sua sede di Wolfsburg la scorsa settimana, ha constatato che molte aziende hanno incrementato i prezzi dovendo lavorare ad un regime ridotto e non potendo più offrire sconti sui prezzi come in passato permessi dai grandi volumi nelle forniture. “Se continuiamo così, le parti saranno sempre più costose", ha detto Sommer.
Secondo il manager, le Case non potranno comunque trasferire i costi aggiuntivi ai consumatori in un momento così difficile, e dovranno assorbirli nonostante l’emorragia di denaro causata dalla chiusura delle fabbriche e dal crollo delle vendite.
6.500 parti provenienti dall'Europa
Gli stabilimenti tedeschi Volkswagen ricevono 6.500 pezzi singoli provenienti esclusivamente dall'Europa. Caro prezzi a parte, il gruppo è preoccupato anche che la crisi provocata dalla pandemia metta a rischio la sopravvivenza dei fornitori meno robusti finanziariamente. “Molte di queste aziende hanno solidi modelli di business, ma non hanno la liquidità per far fronte a una chiusura più lunga", ha fatto eco al manager Volkswagen il ceo di Daimler Ola Kallenius.