Ultimo aggiornamento  06 giugno 2023 22:18

Tutte le Fiat cittadine del mondo.

Angelo Berchicci ·

Qual è la Fiat più conosciuta al mondo? D’impulso verrebbe da dire la Nuova 500, l’utilitaria del 1957 che nella cultura di massa è diventata un simbolo dell’Italia stessa e delle sue auto. In realtà è difficile stabilirlo, ma una risposta più corretta potrebbe essere, inaspettatamente, la 124 (o meglio, le sue varianti estere).

La berlina prodotta a cavallo tra anni ’60 e ’70 ha contribuito a motorizzare milioni di famiglie dei Paesi in via di sviluppo, essendo stata la prima “world car” di Fiat, ovvero un modello di auto costruito e venduto su tanti mercati diversi.

La prima a diffusione globale

La 124, lanciata nel 1966 e progettata da Dante Giacosa, non nacque con l’intento di diventare una vettura prodotta a livello globale. La sua diffusione avvenne per gradi e successivamente al debutto sul mercato europeo. Visto il successo che la vettura stava avendo in Italia e l’interesse dimostrato dagli spagnoli di Seat e dalla sovietica Lada, Fiat si convinse a cercare accordi di collaborazione con i costruttori locali dei Paesi emergenti, imitando la ricetta di Volkswagen e Renault, che producevano il Maggiolino e la R4 nella maggior parte del mondo grazie alle loro joint venture.

In Spagna nacque la Seat 124, che venne importata anche in Italia per alcuni mesi alla fine degli anni ’70, una sorta di breve ritorno, in quanto il modello a marchio Fiat era uscito di produzione nel 1974. Famosa è anche la 124 sovietica, denominata Lada 2101 e conosciuta affettuosamente come “Zhiguli”, dall’omonima catena di colline situata nei dintorni di Togliatti, la città dove veniva assemblata. Questa vettura, con vari aggiornamenti e in diverse versioni, è stata prodotta fino al 2012 in oltre 15 milioni di esemplari. Negli stabilimenti Lada è stata assemblata, fino al 2015, anche con marchio Suzuki, per il mercato egiziano.

Le 124 per l’Europa dell’Est e il Medio Oriente erano costruita in Bulgaria dalla Pirin-Fiat e in Turchia presso la fabbrica Tofa sita a Bursa, dove venne prodotta la "124 Murat", mentre in India entrò in commercio a opera della Premier un modello con corpo vettura della 124 e motore Nissan. Altri paesi dove la berlina fu assemblata furono Corea del Sud, Costa Rica, Indonesia, Irlanda, Marocco, Pakistan, Perù, Portogallo, Singapore, Sudafrica, Thailandia, Uruguay, Venezuela e Zambia, ma non il Brasile e l'Argentina, dove Fiat decise di puntare su una versione modificata della 127, la 147.

Un progetto apposito 

Il successo della 124 convinse la Casa a ripetere l’operazione, questa volta sviluppando una famiglia di automobili appositamente concepite per i Paesi emergenti. Vide così la luce nel 1996 il Progetto 178, da cui sarebbero nate una serie di auto che avevano lo stesso pianale, quello della Fiat Uno europea irrigidito e con passo allungato, mentre in base al mercato di riferimento cambiavano i motori e il formato di carrozzeria, che per tutti i modelli era firmata da Giorgetto Giugiaro.

La prima era la Fiat Palio, venduta anche in Italia sia come compatta sia in versione station wagon chiamata Weekend. L’auto era costruita in Brasile, Argentina, Venezuela, Polonia, Marocco, India, Sudafrica ed Egitto, esattamente come la sua variante berlina a 3 volumi, la Siena, che in più era assemblata anche in Corea del Nord. Vi era poi la Fiat Perla, una versione della Siena costruita per il mercato cinese in joint venture con la Nanjing Automobile, la Albea per l’Europa dell’Est, assemblata in Russia e Turchia, e il pick-up Strada, arrivato anche in Italia come veicolo commerciale leggero.

Il maggiore successo lo ottennero Palio, Siena e Strada, soprattutto in Sud America, dove furono sviluppati attraverso varie generazioni e restyling, e ricevettero motorizzazioni specifiche come le unità Tetrafuel, che potevano funzionare tramite benzina, etanolo, metano o qualsiasi combinazione di questi carburanti. La Palio in versione Weekend ebbe anche una variante elettrica, la prima costruita in Brasile, capace di un'autonomia di 120 chilometri.

Un'unica auto per tutti i mercati

Per la sua successiva world car la Casa si affida a un piano più semplice. Viene sviluppata un’unica auto, una berlina 3 volumi, per tutti i principali mercati emergenti: la Fiat Linea, basata sul pianale FGA “Small” della Grande Punto con passo allungato, che viene presentata nel 2006 al Salone di Istanbul, per essere poi fabbricata in Turchia, Brasile, Russia e India.

Inoltre, negli stessi anni il pianale della Grande Punto, opportunamente modificato, viene utilizzato anche per il Progetto 310, ovvero la versione brasiliana dell’utilitaria, chiamata solo Fiat Punto, prodotta anche in India grazie a una joint venture con la Tata.

Con un occhio ai consumi per l'America 

Nell'accordo di fusione del 2009 tra Fiat e Chrysler, uno degli impegni presi allora da Sergio Marchionne con l'amministrazione Obama che favorì l'operazione era la commercializzazione da parte del nuovo gruppo di un’auto dai consumi ridotti, capace di fare 40 miglia per gallone.

Quell'auto è stata la Dodge Dart del 2012, berlina prodotta negli Usa su un pianale utilizzato in Italia per l'Alfa Romeo Giulietta. Il costruttore ha poi sfruttato questa base per creare anche le Fiat Viaggio e Ottimo, destinate alla Cina e assemblate dalla joint venture Fiat-Gac, e nel 2014 la seconda generazione di Chrysler 200, anch’essa rivolta ai mercati nordamericani come la Dodge Dart.

L'evoluzione della specie

Nel 2015 si è aggiunta una seconda famiglia di world car: è stato infatti presentato il Progetto Aegea, incentrato sull’omonima vettura prodotta in Turchia in versione station wagon, compatta e berlina 3 volumi. L’auto è attualmente commercializzata in 40 Paesi dell’area Emea, compresa l’Italia, dove assume il nome di Fiat Tipo. Dal 2017 è venduta anche in Messico e Medio Oriente come Dodge Neon, e in futuro potrebbe dare vita a un'ulteriore variante realizzata in Brasile per il mercato sudamericano.

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