Nio sembra aver trovato la soluzione per continuare le attività. In grave crisi di liquidità, la startup cinese specializzata in vetture elettriche ha creato una nuova società, Nio China, in cui sono stati trasferiti tutti gli asset legati a produzione, sviluppo e vendita dei veicoli. La nuova realtà, priva dei debiti di Nio Inc, ha potuto così raccogliere investimenti per 7 miliardi di yuan (911,4 milioni di euro).
I termini dell'accordo
La boccata d’aria per Nio arriva grazie all’intervento di alcuni "investitori strategici”, una cordata di società cinesi guidata da Hefei City Construction and Investment Holding, CMG-SDIC Capital Co e Anhui Provincial Emerging Industry Investment, ovvero realtà controllate direttamente o indirettamente dallo Stato. Complessivamente questi soggetti otterranno il 24,1% del capitale azionario di Nio China, che sarà controllata per il 75,9% da Nio Inc.
La nuova società è subentrata alla precedente in tutte le attività produttive e nello sfruttamento commerciale del marchio Nio, che di per sé valgono l’85% del suo valore di mercato, ma non nella quotazione a Wall Street, dove il titolo ha perso il 28,63% nell’ultimo anno (ma ha recuperato l’8,09% negli ultimi cinque giorni).
Inoltre, Nio Inc. investirà in Nio China 4,26 miliardi di yuan (554,6 milioni di euro). Gli investimenti verranno scaglionati in cinque tranches, di cui la prima è prevista entro l’estate, mentre l’ultima a marzo 2021. Come parte degli accordi con i nuovi investitori, la "good company" Nio China avrà sede nel distretto economico e tecnologico di Hefei, città della provincia dell’Anhui, mentre il quartier generale di Nio Inc. rimarrà a Shanghai.
La crisi di liquidità
Grazie alla nuova iniezione di capitali, l’azienda cinese potrà portare a termine i progetti avviati, ovvero lo sviluppo della crossover compatta EC6 e della nuova generazione di batterie da 600 chilometri di autonomia. Nio, che fino a poco tempo fa era considerata la "Tesla cinese", ha speso oltre 6 miliardi di dollari dalla sua nascita nel 2014 per sviluppare e avviare la produzione del suo primo veicolo elettrico stradale, il suv a sette posti ES8, lanciato a dicembre 2017, e a fine 2018 affiancato dal più piccolo ES6, a sei posti.
Nel corso del 2019, tuttavia, le vendite della startup sono crollate a causa del rallentamento del mercato cinese e dell’abolizione dei sussidi governativi sulle auto elettrificate. La crisi di liquidità si è fatta ancora più grave a cavallo tra 2019 e 2020, per via dell’interruzione delle attività e del crollo delle vendite (solo 3.838 veicoli nei primi tre mesi dell’anno) causato dal coronavirus, tanto che lo stesso ceo e fondatore dell’azienda, William Li, ha investito 200 milioni di dollari dal suo conto personale per cercare di garantire la sopravvivenza della startup.